sabato 19 Aprile 25

Dal vaccino alla diagnosi precoce per sconfiggere il cancro al pancreas

di Francesca Leoci

Nuove frontiere terapeutiche contro uno dei tumori più letali: vaccini personalizzati riducono le recidive post-chirurgiche mentre esami del sangue innovativi promettono diagnosi tempestive

Dopo il cancro ai polmoni, tra i più aggressivi troviamo anche il tumore al pancreas. Una patologia nella maggior parte letale per il paziente, la cui diagnosi spesso arriva troppo tardi, quando la malattia è già in fase avanzata e ha sviluppato metastasi. La percentuale di sopravvivenza è dell’8% a 5 anni del 3% a 10 anni.

Le ultime ricerche scientifiche però fanno ben sperare. I pazienti affetti da cancro al pancreas potrebbero presto vedere una svolta significativa nelle loro prospettive di cura. Sono due i filoni di ricerca che stanno emergendo in particolare: un vaccino terapeutico a mRNA in grado di ridurre il rischio di recidive e un test ematico per la diagnosi precoce della malattia.

I nuovi vaccini sperimentali

Un team di ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York ha recentemente presentato i risultati incoraggianti di una sperimentazione clinica di fase 1 per un vaccino terapeutico denominato “autogene cevumeran” (BNT122). Sviluppato congiuntamente da BioNTech e Genentech (Gruppo Roche), questo vaccino utilizza la tecnologia dell’RNA messaggero, la stessa impiegata per i vaccini anti-Covid.

“Il nostro approccio è rivoluzionario perché personalizzato – spiega a Sanita33.it il dottor Vinod Balachandran, coordinatore dello studio presentato all’American Association for Cancer Research – Per ogni paziente, sviluppiamo un vaccino specifico basato sul profilo genetico del suo tumore”.

La particolarità di questo trattamento risiede nel suo meccanismo d’azione: il vaccino addestra i linfociti T a riconoscere i neoantigeni, proteine presenti esclusivamente nelle cellule tumorali, trasformando così il sistema immunitario in un’arma di precisione contro eventuali recidive.

I primi risultati

I dati preliminari sono promettenti: su 16 pazienti trattati post-intervento chirurgico, otto hanno sviluppato robuste risposte immunitarie specifiche, mostrando un tasso di recidiva significativamente inferiore rispetto ai non-responder. Particolarmente incoraggiante è la persistenza a lungo termine dei cloni di cellule T CD8+ indotti dal vaccino, suggerendo una protezione potenzialmente duratura. Attualmente è in corso uno studio clinico di fase 2 che coinvolgerà circa 260 pazienti a livello globale, confrontando l’efficacia dell’autogene cevumeran con il regime chemioterapico standard post-chirurgico.

Test ematici per la diagnosi precoce

Sul fronte diagnostico, ricercatori dell’Università della Salute e della Scienza dell’Oregon, guidati dal professor José Montoja Mira, hanno sviluppato un esame del sangue innovativo in grado di rilevare il cancro pancreatico prima che si diffonda. La tecnica, basata sull’analisi dell’attività delle metalloproteasi tramite nanosensori avanzati, ha mostrato una sensibilità del 73% nell’individuazione della malattia.

“Questo test potrebbe diventare parte degli esami di routine, analogamente a come oggi utilizziamo l’analisi del sangue occulto nelle feci per lo screening del tumore al colon”, evidenziano i ricercatori. Il costo contenuto lo renderebbe inoltre accessibile per programmi di screening su larga scala.

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