di Vittorio Galigani
La gestione del calcio cittadino, per scelta del Presidente federale, sarà affidata a soggetto in grado di sviluppare un piano industriale di livello superiore, che garantisca negli anni una crescita graduale con un modello di attività produttiva all’avanguardia
I rapporti che intercorrono tra Massimo Giove e Rinaldo Zerbo non hanno incidenza sul futuro del calcio a Taranto. Tra di loro possono giocare a “nascondino” per tutto il tempo che vogliono. Il calcio è una cosa seria. Come si dice con una espressione molto forte, nel lessico cittadino, “soldi sul bancone” e poi se ne parla. Invece a chi attualmente asserisce di rappresentare la Società del calcio tarantino la parola “denaro” suona stonata.
I protagonisti di questa “querelle” vanno avanti a minacce, ricorsi ed “improbabili” crediti di imposta, a ripetute bocciature in sede di giustizia sportiva. Non lo scriviamo noi che il pagamento in surroga degli F24 è inammissibile. Lo ha messo per iscritto la Direzione Generale dell’Agenzia delle Entrate che quei crediti d’imposta, che si sono voluti “utilizzare”, per conto di F.C. Taranto 1927 srl, sono “irrintracciabili” da qualsivoglia modello 770 (per non dire di peggio).
Le minacce di far bloccare i campionati si sono disciolte nel nulla, come prevedibile. I ricorsi in sede di giustizia sportiva sono stati tutti rigettati. Le motivazioni pubblicate dalla Corte d’Appello Federale, in secondo grado, sono di una chiarezza esemplare, inappuntabili, inappellabili.
Alla resa dei conti chi, perseverando nel suo stile, “minacciava” di ricorrere al Collegio di Garanzia del Coni, ha preferito astenersi fiutando l’ennesima pessima figura. I 30 giorni di tempo, concessi dalle norme per presentare ricorso, sono trascorsi nel silenzio può assordante. La dirigenza si è confermata assente, il ricorso al Coni doveva eventualmente essere presentato dal suo rappresentante legale, chi si dichiarava pronto a rilevare il club si è tirato fuori.
Non avendo completato l’iter giuridico previsto, il ricorso al TAR del Lazio è divenuto impresentabile. Chi ne ha fatto menzione, per una soluzione in ipotesi futura, è palesemente digiuno delle norme in materia. Ma poi che senso avrebbe avuto ricorrere al Tribunale Amministrativo. Con quali speranze di esito positivo e con quali scopi sportivi.
Con una considerazione: alla proprietà di F.C. Taranto 1927 srl, per sperare nella sopravvivenza del club e per tentare l’iscrizione, nella prossima stagione, a una qualsiasi categoria dilettantistica, è rimasto un percorso “lastricato” di mille difficoltà. Deve innanzitutto dimostrare di aver pagato, con mezzi propri, entro i termini previsti dalle norme, quanto riconduce al debito sportivo senza poter ricorrere all’escussione della garanzia fidejussoria depositata in Lega Pro.
Una missione praticamente impossibile. Considerando che lo stato di crisi aziendale non garantisce la continuità per problemi finanziari, economici e di gestione. Che le norme, introdotte dal nuovo Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza, per prevenire e gestire la crisi sono, nel presente, di difficile, se non impossibile attuazione per metodi, ristrettezza dei tempi e criticità economica dimostrata.
Il futuro del calcio tarantino non è nelle corde di chi, in questo periodo, divulga comunicati stampa privi di contenuti. Sostenuto da un ramo dell’informazione locale, accondiscendente, che gli concede ancora spazio. Quando è risaputo che se si fossero presentati soggetti realmente interessati, essendo stati tutti eruditi sulla perdurante precarietà finanziaria del club, avrebbero messo mano al portafogli manifestando, contemporaneamente, le proprie volontà ed ambizioni. Così non è mai stato.
Non è altrettanto credibile chi va alla ricerca, nel territorio, di soluzioni alternative. Investitori improbabili e chi va alla ricerca di consensi sfruttando la scia politica. Meglio ancora chi pensa a un titolo sportivo da trasferire in riva allo Ionio. Molti per interessi personali, nessuno nel rispetto della città. Tutti con una mira, malcelata, sull’affidamento, in gestione futura, del ristrutturato stadio Iacovone.
Il calcio è una cosa seria dicevamo. A tempo debito, interverranno i vertici della Federcalcio. Sarà tracciato il percorso migliore da seguire, dandone comunicazione al nuovo sindaco. In virtù delle nuove norme si dovrà ripartire dall’Eccellenza regionale. In sovrannumero. La gestione del calcio cittadino, per scelta del Presidente federale, sarà affidata a soggetto in grado di sviluppare un piano industriale di livello superiore, che garantisca negli anni una crescita graduale con un modello di attività produttiva all’avanguardia. Non vincolato alla futura gestione degli impianti. Capace di restituire, al calcio cittadino, stabilità, entusiasmo e dignità.