di Vittorio Galigani
La palazzina di via Allegri una macchina complessa. Non certo adatta ai polsi di un ex-calciatore… peraltro attualmente dedito alla pubblicità.
Si potrà criticare. Potrà non essere simpatico, ma l’esperienza di Gravina, che viene dal “mare magnum” della serie C, non può discutersi
Periodo di elezioni. Mancano quelle della serie A e della Serie B. Soprattutto quelle federali. Chiamate per il 3 Febbraio. Nel frattempo se ne ascoltano di tutti i colori. Spudorate le manovre anti-Gravina che, uscito indenne dalla vicenda del sequestro per la vicenda libri, ha deciso di ricandidarsi. E adesso che si fa? Si interroga l’ala “contraria”. Dobbiamo farlo fuori…. ed allora “spariamo” il nome di Alessandro Del Piero. Perché personaggio pulito. Simpatico. Campione del mondo!
Noi, siamo in questo mondo da tanti anni (purtroppo) e ci tiriamo fuori dal coro. Per carità. Nulla contro Pinturicchio. Che sta simpatico anche a noi. Con un valido distinguo. A chi lo scrive e lo propone, concediamo due ipotesi. O non ha la più pallida idea di cosa significhi governare la Federcalcio o è in malafede.
Le “grane” sono quotidiane. Vanno dalla ripartizione delle risorse, ai litigi fra leghe. La maglia azzurra e di suoi impegni internazionali. I tesseramenti. I rapporti con Fifa e Uefa. Ci vorrebbe un volume solo per elencare le problematiche da affrontare. Non basta. Non basterebbe proprio, un uomo immagine a “Pinturicchio” Del Piero. La Federcalcio ha già Buffon e Chiellini. Sanno/possono svolgere benissimo il ruolo di ambasciatori e dei rapporti con i media.
Governare la più grande federazione italiana, che gestisce centinaia di milioni, è compito non facile e spesso impopolare. Ci vuole gente esperta. Manager di primo livello. Professionisti. Avvocati e commercialisti. La palazzina di via Allegri una macchina complessa. Non certo adatta ai polsi di un ex-calciatore….peraltro attualmente dedito alla pubblicità. Si potrà criticare. Potrà non essere simpatico, ma l’esperienza di Gravina, che viene dal “mare magnum” della serie C, non può discutersi.
A proposito della Serie C. A noi sembra che il riconfermato Marani, non sia proprio in grado di gestire la situazione, già precaria, della terza serie. Un giornalista dovrebbe infatti impegnarsi nel suo mestiere. Non improvvisarsi manager. Perché poi la barca affonda.
Fra l’altro in Lega Pro opera ancora un segretario a suo tempo “promosso” da Francesco Ghirelli. Anche per motivi di amicizia. Ha infatti sposato la figlia del suo amico Marino Bartoletti. Paolo Bedin, per anni esperto finanziario della Lega di B, con Abodi, si è dimesso. Nelle intenzioni vuole sostituire Balata, caduto in disgrazia per una gestione scellerata. Il buon Paolo è quindi pronto a sostituirlo alla guida della serie cadetta. Oggi si approva il bilancio e poi assemblea elettorale.
Ci auguriamo che Bedin si faccia affiancare da un Direttore Generale o da un segretario esperto. Non da semplici consulenti. Come ha fatto Balata. Collaboratori che ne hanno combinate più di Carlo in Francia. Non avere manager che ti affiancano fa fare il risparmio di Maria calzetta se poi la struttura non funziona….
Ma torniamo alla vituperata Serie C. Qui purtroppo l’agonia è irreversibile. Svariati i casi delle penalizzazioni. Triestina, Catania, Ternana. I casi di Taranto (nelle mani di fantomatici americani, dalle potenzialità economiche tutte ancora da dimostrare) e della Turris hanno portato a sottrazione di punti che falsano l’esito della stagione in corso. Ed ancora non si vede la fine del tunnel. L’ombra del fallimento agonistico e della esclusione dal Campionato appare sempre più ingombrante.
E allora Gravina (non Pinturicchio) deve mettere mano seriamente alla riforma della terza serie. Altro che Marani, che ha fatto solo perdere peso elettorale. Quei quattro soldi che ha recuperato, per svendere le società, hanno procurato un “premio” di circa 50.000 euro a testa. Una goccia nell’oceano dei costi. Di stadi stravecchi/obsoleti. Di incassi sempre più in basso.
Troppi, in Italia, 100 club professionistici. Occorre strutturare una nuova serie B e la terza serie rimandarla fra i dilettanti. Serie A venti squadre. Serie B a 40, suddiviso in due gironi. Optare per il centro/nord e centro/sud risulterebbe essere una scelta intelligente. In chiave risparmio spese generali.
Al di sotto tutto dilettantismo. Con una governance della Lnd. Una terza serie (Elìte) defiscalizzata. Suddivisa in tre gironi da 20 squadre. E poi, ancora più sotto, serie D. Eccellenza. Promozione e giù sino alla terza categoria. Il campionato di Elìte sarebbe composto dai rimanenti 40 club della attuale Lega Pro. Dalle prime classificate negli attuali gironi di serie D e da 11 “ripescate”. Prescelte da una apposita graduatoria di merito.
I vincitori di questa terza serie, divenuta dilettantistica soltanto per opportunità finanziaria, accederebbero direttamente al professionismo di serie B. Le soluzioni possono essere varie. L’importante è saperci mettere le mani. Quindi. Gabriele non Pinturicchio.