Nella serata di ieri il vice presidente della Commissione Europea ha ribadito:” L’Europa sarà alle spalle della città”
“Per me è diventata una cosa personale: Taranto, l’Ilva. Io voglio Taranto pulita. Aria pulita”. Lo ha detto nella serata di ieri a Taranto Frans Timmermans, vice presidente della Commissione Europea con delega al Green Deal, prima di partecipare – col governatore di Puglia, Michele Emiliano, e il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci – all’incontro che ha ricordato la figura di Mauro Petriccione, tarantino, dal 2018 direttore dell’Area Clima della Commissione di Bruxelles, scomparso ad agosto scorso. Petriccione era uno strettissimo collaboratore di Timmermans. “Per me la prova più importante del successo del Green Deal sarà Taranto – dice Timmermans -. La gente che lavora oggi nell’acciaio, vorrebbe un acciaio pulito. Non vuole quest’inquinamento”. “Anche se il mio lavoro finisce l’anno prossimo – rileva il vice presidente della Commissione UE -, io continuo. Voglio vedere che questo sia finito e fatto in maniera accettabile. Soprattutto per gli operai, lo facciamo per loro. Sono i loro figli che soffrono l’inquinamento. É loro interesse fare un acciaio pulito”.
“Io dico alla città – prosegue Timmermans – che la Commissione Europea, anche dopo le elezioni dell’anno prossimo, sarà alle spalle di Taranto. Saremo solidali con Taranto per fare questo cambiamento. Siamo purtroppo all’inizio ma è un bell’inizio perché sull’idrogeno nell’acciaio stanno facendo investimenti un pò dappertutto. E poi c’è anche una consapevolezza delle autorità italiane che dobbiamo andare in questa direzione. Governo di destra, governo di sinistra, credo che sono d’accordo di andare in questa direzione e noi saremo accanto a loro”. Timmermans domattina, con inizio alle 10, incontrerà la città di Taranto nel teatro comunale Fusco per parlare di transizione. Il JTF, Just Transition Fund, su 1,2 miliardi assegnati all’Italia, ha individuato come aree di applicazione Taranto e il Sulcis in Sardegna e alla città pugliese ha assegnato quasi 800 milioni per aiutarla a superare la stretta dipendenza industriale ed economica dalle fonti fossili, carbone principalmente, usato nelle produzioni siderurgiche dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia. (AGI)
