“Può essere la chiave per accelerare la transizione verde, grazie al potenziale energetico e ai limitati impatti ambientali e sociali, nonché alle ricadute positive sulla filiera industriale italiana”
La produzione di eolico offshore galleggiante attiverebbe, alcuni settori chiave per l’Italia, in particolare quello dei prodotti metallici, dei materiali da costruzione, della meccanica avanzata, delle naval-meccanica e delle attrezzature elettriche, per un totale di 255,6 miliardi di euro (che farebbero del nostro Paese il secondo in Ue, dietro la Germania) e 1,3 milioni di occupati.
E’ quanto emerge dalla Floating Offshore Wind Community, un progetto creato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con i partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia. A presentare questa iniziativa in una conferenza stampa nell’ambito del Forum di Cernobbio sono stati Valerio De Molli, managing partner & ceo di The European House – Ambrosetti; Pierroberto Folgiero, ceo di Fincantieri; Lucia Morselli, ceo di Acciaierie d’Italia; Carlos Martin Rivals, ceo di BlueFloat e Toni Volpe, ceo di Renantis, coadiuvati dall’advisor scientifico Tim Pick, già consulente del governo del Regno Unito per lo sviluppo dell’eolico offshore.
”La decarbonizzazione dell’Italia e dell’Europa – ha sottolineato De Molli -deve fare leva sul principio fondamentale della neutralità tecnologica: è necessario sfruttare il contributo sinergico e complementare di tutte le tecnologie disponibili. In questo processo, l’eolico offshore galleggiante può essere la chiave per accelerare la transizione verde, grazie al potenziale energetico e ai limitati impatti ambientali e sociali, nonché alle ricadute positive sulla filiera industriale italiana”. (Adnkronos)