Negli ultimi anni lo stabilimento ha registrato una produzione ben al di sotto delle performance storiche indispensabili alla sostenibilità occupazionali e di mercato
“Ilva, in questi ultimi travagliati anni, ha registrato una produzione ben al di sotto delle performance storiche indispensabili alla sostenibilità occupazionali e di mercato di Ilva: nel 2020 sono prodotte appena 3,4 mln di tonnellate, nel 2021 alle migliori condizioni di mercato Adi ha prodotto appena 4 mln ton e nel 2022 la produzione si è fermata a 3,1 mln. 10 anni fa erano 6,2 mln le tonnellate prodotte: esattamente il doppio di quanto prodotto nel 2022. Nel 2023 si teme una performance simile, ben al di sotto 4 mln”. Così il ministro per le imprese, Adolfo Urso, nel corso della audizione sul ex gruppo Ilva.
Quello dell’ex Ilva e’ un “sito strategico” ed “e’ da scongiurare a ogni costo, questo e’ l’impegno del governo, la chiusura de facto, ovvero per inerzia, e la liquidazione dell’azienda”. – ha aggiunto Urso – “Mentre percorriamo questa strada dobbiamo garantire, lo riteniamo improrogabile, la salvaguardia degli impianti, la tutela della sicurezza del lavoro e il raggiungimento dei livelli di produzione necessari”.
“Il governo Conte2 toglie nel 2019 lo scudo penale, un atto considerato dalla maggior parte degli osservatori, come politicamente decisivo per gli accadimenti successi. – precisa infine il ministro – L’ Investitore Mittal infatti rende noto a quel punto l’intenzione di rescindere l’accordo e provvede a deconsolidare l’impianto. Il deconsolidamento comporta conseguenze molto significative per quel che riguarda la possibilità della società di approvvigionarsi, di bancare, e ottenere risorse finanziarie necessarie alle proprie attività industriali. Questo ha di fatto significato il disimpegno dell’azienda”.