Nella serata di ieri il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge ad hoc che rafforza, in caso di ricorso all’amministrazione straordinaria, le misure a tutela della continuità produttiva e occupazionale delle aziende in crisi, fra cui l’ex Ilva e prevede garanzie di cassa integrazione straordinaria
L’ex Ilva di Taranto si starebbe avviando verso una nuova amministrazione straordinaria.
E’ quanto sembrerebbe emergere dal pacchetto di misure approvato nella serata di ieri dal Consiglio dei ministri e che rafforzano, in caso di ricorso all’amministrazione straordinaria, le misure a tutela della continuità produttiva e occupazionale delle aziende in crisi, fra cui l’ex Ilva, prevedendo garanzie di cassa integrazione straordinaria durante l’eventuale amministrazione straordinaria.
“Vengono esclusi perciò dalla cigs i lavoratori impegnati nella sicurezza e nella manutenzione degli impianti, per consentire che restino operativi”; rassicurazioni anche nei confronti dell’indotto. “Rimangono ferme le disposizioni, già inserite nell’ordinamento, a tutela delle piccole e medie imprese creditrici”.
Il Cdm è stato preceduto da un vertice sul siderurgico tarantino che ha coinvolto i ministri interessati e ha visto anche la partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.
Sarebbe, quindi, sempre meno probabile il divorzio consensuale da Arcelor Mittal: secondo quanto riportato da Adnkronos, nella giornata di ieri fonti vicine alla multinazionale franco-indiana avevano fatto sapere che “ArcelorMittal continua a cercare una soluzione costruttiva, ma nelle negoziazioni Invitalia rimane sulle proprie posizioni rispetto alle proposte avanzate”. Il gruppo franco.indiano, inoltre, starebbe lavorando “ad una soluzione negoziata come alternativa all’amministrazione straordinaria, che è dannosa sia per il business di Acciaierie d’Italia, sia per tutti i suoi stakeholder”.
Dura e immediata la risposta di Invitalia, che “operando su mandato del governo, ha sempre dato disponibilità a sostenere la società e ad esplorare e percorrere ogni soluzione compatibile con la normativa vigente, sia nazionale che comunitaria. ArcelorMittal si è sempre rifiutata di partecipare al sostegno del Piano industriale approvato in Assemblea anche con il proprio voto favorevole”.
Domani alla 15, intanto, nuovo incontro tra la delegazione governativa e le sigle sindacali dei metalmeccanici.