I Fitto boys non vogliono regalare Taranto alla sinistra e a Michele Emiliano. S’interrogano se serve firmare con la sinistra la mozione di sfiducia dinanzi ad un notaio. Prendono tempo. Ma il tempo è tiranno. Mai come in questo particolare caso. Si legga la circolare diffusa dal Ministero dell’Interno
Si complica la strada che porta allo scioglimento anticipato del Consiglio comunale di Taranto. Si frappongono degli ostacoli, non preventivabili, incomprensibili, lungo la via che dovrebbe condurre i Consiglieri comunali a varcare la soglia d’ingresso di uno studio notarile. L’esponente della Lega, Francesco Battista, non vuole saperne di S-Legarsi dalla sedia sulla quale è comodamente seduto da circa due anni. E, il centrodestra, riunitosi ieri sera a Bari, non è più così convinto di voler votare a giugno di quest’anno. Teme di regalare Taranto, ancora una volta, alla sinistra e a Michele Emiliano. Per questa ragione ha rimandato ogni decisione ai vertici nazionali di FdI, Lega e Forza Italia. Ma, così facendo, lascia scorrere del tempo prezioso. Del tempo non più recuperabile. Del tempo senza più alcun tempo.
Le firme, così come recita una circolare diffusa dal Ministero dell’Interno, vanno raccolte entro domattina, martedì 20 febbraio, se si volesse realmente votare in Primavera. I maligni sostengono che la strategia sia proprio questa: rimandare qualsiasi decisione, procrastinarla quel tanto che serve a superare la giornata di martedì prossimo. Se così fosse, nella crisi politica e amministrativa più pazza del pianeta, a salvare Melucci sarebbe la destra. La destra pugliese di Fitto. La destra senza voti di Salvini. La destra senza classi dirigenti e progetto culturale. A queste latitudini, insomma, accadono cose che voi umani non potreste immaginarvi. Rivedere il film iconico ‘Blade Runner’ per ricordarselo.