Lo studio redatto dalla Svimez certifica i ritardi, sempre più acuiti, del Mezzogiorno rispetto al resto del Paese. Con questi chiari di luna, attuare l’autonomia differenziata è da irresponsabili
L’Alta Velocità si ferma a Napoli. Per poi procedere lentamente, con passo da lumaca, a tentoni, nel resto del Mezzogiorno. Sono soli 181 i km di rete ferroviaria, appena il 12,3% del totale nazionale. Tutti concentrati in Campania. La “Questione Meridionale” è anche pendolarismo antimoderno. Mobilità da Paese sottosopra-sviluppato. Viaggio al termine della notte (che non passa più), per dirla con il titolo di un’opera di Cèline. Lo studio redatto dalla Svimez certifica, ancora una volta, l’esistenza di due entità nazionali sotto l’egida di una sola autorità statuale. Una frattura socio-economica acuitasi. E mai ricomposta dall’Unità d’Italia in poi.
Per quanto concerne il trasporto urbano, i capoluoghi di provincia del Sud dispongono di una dotazione complessiva di reti tramviarie pari a 42,6 km: ovvero l’11,2% del totale nazionale. Le reti metropolitane, invece, raggiungono il 25,7%: solo il 13,5% del restante computo nazionale. Realizzare l’autonomia differenziata, con questi chiari di luna, è operazione da irresponsabili. Difficile differenziare ciò che è già differenziato. Lasciato indietro. Ricacciato a Sud del Sud del mondo.