Si intensifica la protesta degli agricoltori pugliesi, costretti a pagare contributi per opere di bonifica fantasma
La tensione è palpabile nelle campagne pugliesi, dove centinaia di imprenditori agricoli stanno alzando la voce contro quello che definiscono un “balzello ingiustificato”: le cartelle esattoriali del Consorzio di bonifica Centro Sud Puglia, in particolare il famigerato contributo 630.
“Paghiamo e non riceviamo nulla in cambio”, è il grido d’allarme raccolto da Confagricoltura Puglia, che sta facendo da portavoce al malcontento crescente. Il problema, secondo l’associazione di categoria, non è solo l’importo delle cartelle, ma l’assenza totale di servizi a fronte dei pagamenti richiesti.
“Senza un intervento diretto del Consiglio regionale, il tributo resterà un’imposizione ingiusta, priva di effetti tangibili sul territorio – denuncia Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia – I fondi raccolti, insieme ai finanziamenti regionali, dovrebbero servire alla manutenzione dei canali e alla prevenzione del rischio idrogeologico. Eppure, le infrastrutture idrauliche versano in condizioni critiche, con argini invasi da erbacce e detriti, mentre gli agricoltori continuano a pagare per servizi inesistenti”.
La costituzione del consorzio unico, che avrebbe dovuto segnare una svolta nella gestione delle risorse idriche, non ha prodotto i risultati sperati. Confagricoltura chiede ora un nuovo piano di classifica che non scarichi esclusivamente sulle aziende agricole i costi della manutenzione ordinaria.
A rafforzare la posizione degli agricoltori è intervenuta, lo scorso 19 dicembre, una sentenza della Corte di Cassazione che ha stabilito un principio fondamentale: il contributo ai consorzi di bonifica è dovuto solo se i proprietari di immobili all’interno del perimetro consortile traggono un vantaggio diretto e specifico dalle opere eseguite. Non basta quindi un beneficio generico derivante dalla semplice inclusione nel territorio consortile.
“Questa sentenza conferma quanto sosteniamo da tempo”, sottolinea Confagricoltura Puglia, “ed evidenzia l’iniquità di un sistema che impone tributi senza fornire servizi concreti”. L’associazione chiede ora alla Regione un intervento immediato per garantire trasparenza nella gestione delle risorse e un’effettiva manutenzione del territorio. “Non si può continuare a chiedere agli agricoltori di finanziare un sistema inefficiente”, conclude Lazzàro. “È inaccettabile che chi lavora la terra venga gravato da tasse senza ricevere nulla in cambio. La Regione deve assumersi le proprie responsabilità e garantire servizi adeguati, restituendo dignità e fiducia a chi sostiene l’economia agricola del territorio”.