di Vittorio Galigani
I problemi del Taranto partono da lontano. E hanno nomi e cognomi precisi. Giove, Capuano, Campbell, Zerbo: vi raccontiamo tutto. In maniera cruda e oggettiva. Per amore della verità. E perché trionfi l’idea di un giornalismo libero e indipendente. Mai ruffiano con nessuno
La Corte d’Appello Federale, come era nelle previsioni, ha respinto il ricorso presentato dal Taranto, avverso alla decisione di escluderlo dal campionato in corso. Per tutti era nella logica dei fatti, quel pagamento in surroga degli F24 relativi a settembre ed ottobre 2024 non è regolare. Usciranno, a seguire, le motivazioni, resta l’inadempienza, dimostrata, della Società.
La decisione è tombale per quanto concerne la Federcalcio. Rinaldo Zerbo, che aveva addirittura previsto la riammissione in serie D, dovrà ora chinare la testa. Se ha voglia di divertirsi prosegua comunque con i ricorsi. Lo aspettano, se desidera vedersi sbattere le porte in faccia, il Collegio di Garanzia del Coni, il Tar del Lazio ed il Consiglio di Stato. Se poi vuol farci divertire cerchi, come ha più volte dichiarato, di ‘imporre’ alle Istituzioni la sospensione dei campionati. Ci sarà da ridere per tutti.
E Massimo Giove? Nei giorni scorsi è sceso in campo pubblicamente pretendendo giustizia. Parlando di calcio, a suo dire, F.C Taranto 1927 srl è ‘saltato’ per tutta una serie di motivi adducibili esclusivamente ad altri. Il suo elenco è lungo, dal Ministro dello Sport Andrea Abodi, alle Istituzioni del territorio, a chi, a suo dire, lo ha ‘tradito’. Sarebbero i Giochi del Mediterraneo la ‘disfatta’ del calcio tarantino. É evidente che il buon Massimo, che nell’ultimo periodo si è sempre accompagnato a soggetti improbabili, non è evidentemente sereno nelle sue espressioni, purtroppo per lui.
Sarà allora propedeutico rinfrescargli la memoria. Ricondurlo alla nuda realtà degli ultimi anni vissuti calcisticamente parlando accanto a lui. Era il 13 giugno 2021 quando vincemmo il campionato di serie D. Per ottenere le “liberatorie” dei calciatori furono triplici salti mortali. Il club era in arretrato di quattro mesi con i pagamenti ai tesserati. Alcuni furono saldati, in affanno, a febbraio 2022. Per tenere buono Guaita fui costretto a portargli il denaro a Potenza. La prima prova che la Società era, già da allora, in critica situazione economica.
Di li a pochi giorni dovevamo iscriverci campionato di serie C. Adempimenti vari, tassa di iscrizione, fidejussione di 350 mila euro. Si brancolava nel buio più assoluto, la cassa del club era sprovvista della indispensabile liquidità. 420 mila euro tra tassa di iscrizione e fidejussione campionato. Se non fosse ‘corsa’ in aiuto economico Lucia Morselli la Società sarebbe ‘saltata’ già da allora.
Già dal primo anno tra i professionisti si incontravano difficoltà nel rispettare le scadenze perentorie imposte dalle norme. Ogni bimestre era una affannosa ‘rincorsa’ al denaro. Anticipazioni sulle sponsorizzazioni e richieste di prestiti ad amici, peraltro di sovente mai restituiti. Era la stagione 2022/23 il Taranto conquistò la salvezza per miracolo, perché il Catania venne estromesso dal campionato.
Per poter iscrivere la squadra al campionato successivo (2023/24) furono salti mortali per adempiere agli obblighi imposti dalla Covisoc. Si evitò il pericolo dell’esclusione sul filo di lana, rateizzando il pesante debito pubblico esistente. Rispettare nei termini le successive scadenze del ‘salva calcio’ rappresentava sempre un’impresa. In tutte le sedi la faccia era sempre quella del sottoscritto.
La ‘storia’ si è ripetuta per l’iscrizione al campionato 2024/25. Aggravata dalla scelta di Giove di affidare a Capuano (regalandogli un faraonico contratto triennale) la gestione tecnico/sportiva della squadra. Ne uscì una gestione finanziaria (3,6 milioni di euro) che le casse societarie mai avrebbero potuto sopportare, non essendo nelle corde della proprietà.
Il giorno della firma di Cianci sembrava si fosse già vinto il campionato. Quel contratto non sarebbe mai stato possibile onorarlo, Giove diligentemente informato decise di andare oltre. A dicembre fu costretto a risolverlo. Anche in quell’occasione il Club fu iscritto sul filo di lana. Era saltata la rottamazione ter e si andava in affanno ad ogni scadenza. Sempre in ritardo anche nel pagamento del contributo affitto ai tesserati, trascurando di pagare chi non aveva il contratto depositato in Lega. Però Giove scendeva negli spogliatoi e prometteva improbabili premi di partita.
Quella del pagamento anticipato delle sponsorizzazioni era diventata una consuetudine. Giove impose di nascondere il mancato pagamento dei contributi (settembre ed ottobre 2024), che portarono alla prima penalizzazione, perché intimorito dalla eventuale reazione dell’allenatore e dello spogliatoio.
Capuano, che aveva fatto la squadra a suo piacimento, venne meno all’impegno di far giocare gli “under”. Giove rimasto in silenzio lo lasciò fare. Saltarono i 300 mila euro di incasso in preventivo di gestione per il minutaggio (si sarebbe evitata la penalizzazione di 4 punti e le tante polemiche derivanti). Non si pagavano procuratori. Iniziò la trafila del decreti ingiuntivi. Dei blocchi ai conti bancari. La squadra andava in ritiro precampionato, non si riusciva mai a rispettare le clausole concordate per il pagamento a saldo. Costretti a cambiare, in continuazione le agenzie degli stewards che, non pagati, si rifiutavano di proseguire la collaborazione. La recente istanza di fallimento trae origine proprio da quella situazione.
Quando si rappresentavano le difficoltà economiche della gestione non venivi ascoltato. Sopraffatti dalla altrui convinzione di fare cassa di riempiendo costantemente gli spalti dello Iacovone. Nonostante le dichiarazioni di Capuano si fece sold out soltanto in occasione della gara con il Vicenza, ma l’incasso dei play off, da regolamento, era da ripartire in parti uguali (30%) con Lega e Società avversaria.
Giove assecondava/rassicurava verbalmente sul progetto più idoneo alle sue tasche, salvo che, appena girate le spalle lo stravolgeva contravvenendo, a suo danno, agli accordi presi sulla parola. Diceva di voler convincere Capuano al ridimensionamento dei costi ed invece lo appoggiava nello sperpero più assoluto. Questo sino al 12 luglio 2024 quando, dopo aver ‘saltato’ le difficoltà per iscrivere la squadra al campionato, trovai la forza di rovesciare la scrivania. Stufo di essere sempre io a metterci la faccia. Anche nelle situazioni più incresciose.
In tutto questo i Giochi del Mediterraneo, il ministro, il sindaco gli eventuali ‘traditori’ non c’entrano nulla. Giove ha sempre fatto il passo più lungo della gamba. Con poca accortezza e scarsa programmazione, facendo soltanto finta di accettare i consigli di chi gli stava vicino.
Allora non cerchi giustificazioni al suo operato mediocre (lo scrivono i risultati di gestione), arrampicandosi sugli specchi. Risponda invece delle sue responsabilità. Sa bene che Ciccioli e Campbell glieli ha presentati un suo amico romano ‘fidato’, che non merita nemmeno di essere menzionato. Sono bastate due telefonate a Londra per ‘scoprire’ di cosa si stava parlando. Guarda caso a lui, imprenditore tanto scaltro quanto capace, la cosa è sfuggita. Con l’avvocato del diavolo, italoinglese, si conosce da tempo immemorabile. Hanno dichiarato entrambi di aver lavorato assieme.
Rinaldo Zerbo dopo Alessandria ha ‘gravitato’ anche in quel di Brindisi, ha altresì cercato, inutilmente, di inserirsi a Matera. I suoi movimenti sono risaputi un po’ ovunque. Non risponde al vero che, contrariamente a quanto dichiarato pubblicamente da Giove, si stiano onorando le scadenze. Poi per poter trasferire le quote sociali di F.C.Taranto 1927 srl bisogna rispettare il diritto di prelazione in capo ai soci di minoranza. Risulta che nessuno sia stato ancora informato. Chiunque abbia suggerito il pagamento in surroga degli F24 ‘incriminati’ è un incapace, passibile di denuncia. Ma tutto, stranamente, scivola invece nell’indifferenza più assoluta.
Alla resa dei conti però, sapete qual è la cosa più strana? Che capita soltanto a Massimo Giove la sfortuna di attirare accanto a sè una importante quantità di soggetti spesso indecifrabili. Sarà un caso o una colpa?