Le considerazione dell’esponente politico centrista, Salvatore Fuggiano. “A Massafra ha vinto un’idea radicata sul territorio; l’elettore non vuole scelte calate dall’alto”
“Viviamo un momento di grande incertezza programmatica. Taranto è emblema, cartina al tornasole, di una chiara e nitida politica industriale che non esiste più. Caduta in disuso negli ultimi trent’anni”. Queste le considerazioni, raccolte da CosmoPolis, espresse dall’esponente politico centrista: Salvatore Fuggiano. “Sull’ex Ilva – continua Fuggiano – vige una sorta di confusione organizzata. Un immobilismo foriero di cattivi presagi per il futuro. Come seconda manifattura del continente, l’Italia non fa certo una bella figura con questo balletto sull’acciaio da produrre”. Che fare, quindi? “Se la fabbrica deve nazionalizzarsi definitivamente, come fatto da altri Paesi europei in questo specifico comparto produttivo, si proceda in tal senso. Una volta per tutte però. In caso contrario, si avvii un processo di privatizzazione reale. Concreto. Basta con trattative che sembrano essere state concluse, per poi ricominciare nuovamente daccapo, ad ogni battito d’ali”.
In merito al recente esito amministrativo nel comune di Massafra, Fuggiano dispensa la sua ricetta: “Le coalizioni sono implose, mancando una differenzazione netta tra destra e sinistra. Che, di fatto, a questi livelli diviene sempre più labile. Vince chi propone progetti radicati sul territorio, non calati dall’alto”.