di Angelo Nasuto
Le posizioni del consigliere comunale, Baccaro. “La nostra comunità non vuole tornare al passato”
L’ambientalismo non conosce pause neanche a Massafra. Ieri mattina, alle ore 11, si è tenuta la terza Conferenza dei Servizi sulla richiesta di Procedimento Autorizzativo Unico Regionale da parte della Società S.T.F. Puglia S.r.l., finalizzata alla realizzazione del già famoso impianto inceneritore fanghi, denominato precisamente secondo la dicitura tecnica “impianto di essiccamento e recupero energetico dei fanghi da realizzarsi nell’area PIP del Comune di Massafra (TA)”.
Né da notizia il consigliere capogruppo Ambiente e Progresso nella massima assise cittadina massafrese Maurizio Baccaro, che riprende dunque la battaglia che va avanti da anni per opporsi alla costruzione di quest’altra installazione. L’esponente locale di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) evidenzia come la sindaca Giancarla Zaccaro abbia da subito affrontato la questione, ribadendo il parere sfavorevole del Comune di Massafra e trasmettendolo agli atti della Conferenza dei Servizi. “Tale parere – ha sottolineato Baccaro – ha confermato la contrarietà alla costrizione di un nuovo inceneritore già espressa dall’amministrazione Quarto e poi ribadita dal Commissario straordinario durante la sua gestione pima delle elezioni della scora primavera”.
A corredo di ciò lo stesso consigliere comunale d’opposizione, che con l’ex sindaco Quarto era parte della maggioranza, fa una cronistoria della vicenda, quando nel 2012 fu intrapresa questa lotta, all’indomani della presentazione per la prima volta di questa richiesta; richiesta ripresentata l’anno scorso, nel 2024, che presuppone la ripresa delle battaglie ambientaliste.
“Insieme ai colleghi consiglieri Losavio e Cinquepalmi – ha aggiunto Baccaro, anticipando un po’ le mosse – proporremo nell’odg del Consiglio Comunale la discussione su questo argomento. Annunciamo fin da subito che, in caso di rilascio dell’autorizzazione dell’ente Regionale, nonostante i pareri sfavorevoli del Comune di Massafra e dell’ARPA, chiederemo all’amministrazione Zaccaro di impugnare i provvedimenti autorizzativi. La stessa valutazione vale anche per l’ulteriore impianto di trattamento di rifiuti liquidi anch’esso oggetto di analoga procedura di valutazione”.
Baccaro, per porre un esempio da non seguire, fa menzione della gestione dell’ex ILVA, definendola sciagurata, perché foriera dell’aumento delle emissioni per via della produzione prevista, ancora a carbone, di 6 milioni di tonnellate di acciaio all’anno. Tutto ciò, grazie alla nuova AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) rilasciata a luglio scorso dal Governo nazionale, notoriamente di fazione opposta a quella del consigliere di “farina vendoliana”. Il quale considera un’ulteriore schiaffo inferto al territorio pure il rilascio dell’autorizzazione al dissalatore alla sorgente del fiume Tara. “E dopo tutto ciò – conclude – dobbiamo subire nuovamente la scelta di realizzare ulteriori impianti di smaltimento rifiuti nello stesso territorio? No grazie, Massafra non vuole tornare al passato!”


