Riunione di volpi, strage di galline. Il nemico del mio nemico è mio amico. E tanto altro. CosmoPolis vi racconta le trame, i patti segreti tra i sedicenti Von Ribbentropo e Molotov, che porteranno all’elezione del nuovo numero uno dell’ente camerale. Con una licenza alla citazione di Longanesi
Il nemico del mio nemico è mio amico. La partita per la presidenza della futura Camera di Commercio è una lavatrice dei sentimenti pregressi. La rimozione e l’uccisione del padre, per dirla con le parole della psicoanalisi. Taranto e Brindisi, le due province pugliesi con i maggiori problemi ambientali, variante ibrida di un Alto Salento indefinito e indecifrabile, espressione semantica che torna utile in qualche convegno e nelle speculazioni dei soloni del pensiero, si apprestano a celebrare un matrimonio coatto dopo la legge di riforme degli enti camerali. Taranto rivendica la presidenza della nuova Camera di Commercio. Brindisi pare rassegnata nel giocare il ruolo di secondo in graduatoria, del Toto Cutugno ai festival di Sanremo, non disdegna colpi di coda dell’ultimo momento. Confidando nella litigiosità, nei contrasti senza sintesi dei cugini tarantini. Dei fratelli coltelli in azione nella città dei due mari. L’indicazione del prossimo numero uno dell’ente di Viale Virgilio è un passaggio fondamentale per più di qualcuno. Disegna le carriere, raddrizza i destini imprenditoriali, enfatizza l’inconsistenza. C’è chi come l’ex presidente della Confindustria, Vincenzo Cesareo, si vede calato in quel ruolo da sempre. Da prima che le Camere di Commercio nascessero. Da prima che Cesareo facesse Cesareo. In una sorta di auto investitura senza rossori e limiti. C’è chi come l’attuale presidente della Confcommercio, Leonardo Giangrande, si direbbe pronto nel sostenere l’amico/nemico Cesareo pur di sbarrare la strada al grande vecchio delle trame associative tarantine, Luigi Sportelli (plenipotenziario della Morselli in città). Cesareo (Von Ribbentrop) e Giangrande (Molotov) stringerebbero, quindi, un’alleanza perché il nemico del mio nemico possa divenire mio amico… Alta politica economica. Strategia raffinata da esteti del ragionamento teorico. Rappresentanza ai più alti livelli del mondo associativo locale. Più defilati i nomi del presidente regionale di Confagricoltura, Luca Lazzaro. E del presidente della Bcc di San Marzano, sostenuto dal mondo bancario, Emanuele di Palma. Io mi posiziono là, tu ti sistemi lì, quell’altro lo promuoviamo a metà strada tra là e lì. L’elezione del presidente della futura Camera di Commercio è più insulsa della nascita del governo Meloni. Longanesi avrebbe detto: “Alla manutenzione, l’Italia preferisce l’inaugurazione”. Si, ma di se stessi.