I sindacati hanno mostrato alla Commissione Ambiente della Camera il volere dei lavoratori sul cambio immediato di governance e ribadito lo sciopero del 19 gennaio
Nella giornata di ieri, 11/01/23, Fiom, Uilm e Usb hanno partecipato ad un sit in nei pressi di Palazzo Chigi con l’intento di essere ricevuti dai rappresentati delle istituzioni di Governo e consegnare l’esito della consultazione referendaria sottoposta al voto dei lavoratori dello stabilimento e un documento con le nostre rivendicazioni.
Il risultato del referendum indica inequivocabilmente come la pressoché totalità dei dipendenti sociali, di Ilva in As e degli appalti vuole assolutamente che ci sia un cambio immediato dell’attuale gestione societaria ed un autorevole intervento pubblico (attraverso l’ingresso in maggioranza dello Stato così come comunicato dal ministro Urso durante l’incontro del 17/11/22) per garantire la realizzazione di un adeguato piano ambientale, sanitario, produttivo ed occupazionale, ad oggi del tutto assente a causa della totale inadempienza e inaffidabilità di Arcelor Mittal.
“Siamo stati convocati nel pomeriggio – scrivono le sigle sindacali in una nota ufficiale – dal Presidente della Commissione Ambiente della Camera insieme a tutti i parlamentari ionici, al presidente della Regione e alla delegazione di sindaci che hanno aderito alla nostra giornata di rivendicazione. In quella sede, oltre appunto a rappresentare il volere dei lavoratori e dell’intera comunità che converge sul cambio immediato della governance, abbiamo ribadito che saremo in sciopero con i lavoratori sotto la sede del Mimit, in concomitanza dell’incontro convocato per il prossimo 19 gennaio, e ci aspettiamo dal governo, oltre che da tutte le commissioni parlamentari che dovranno approvare il DL 02/2023, durante l’iter di conversione in legge, l’inserimento delle opportune modifiche (relative alla immediata ricapitalizzazione) che possano permettere di venire incontro alle richieste congiunte rappresentate quest’oggi.”
“Il presidente della commissione – hanno spiegato i sindacati – insieme ai rappresentanti delle istituzioni parlamentari, ha ascoltato le nostre richieste, preso atto della documentazione consegnata e ha assunto l’impegno di rivolgere da subito le istanze al governo in vista dell’incontro succitato. Il segnale oggi rappresentato è di totale discontinuità con un passato fatto di grandi divisioni rispetto ad un presente che ha bisogno che il mondo esterno ed interno alla fabbrica provi ad unirsi per allontanare chi continua a prendersi gioco delle piaghe della nostra comunità. Questa condizione è l’unica propedeutica alla discussione di un piano industriale (ad oggi inesistente) che, associato ad un progetto serio accompagnato dai relativi finanziamenti, possa garantire una vera transizione ecologica che coniughi ambiente, salute ed occupazione“.