martedì 10 Settembre 24

Ex Ilva, Gozzi (Federacciai): “E’ l’impianto siderurgico più ambientalizzato al mondo”

Il presidente di Federacciai, intervenendo a margine dell’assemblea pubblica di ieri pomeriggio, ritiene necessario uscire dalle incertezze per rilanciare “l’asset industriale più importante del Paese”

“Il piano e le opere di ambientalizzazione sono stati praticamente realizzati per intero e francamente non si capisce perché la magistratura non dissequestri”. Queste le parole rilasciate durante l’assemblea pubblica svoltasi nel pomeriggio di ieri dal presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, a proposito dell’ex Ilva di Taranto.

“Probabilmente oggi Taranto è l’impianto siderurgico più ambientalizzato al mondo e ora si può aprire una nuova era che è quella della decarbonizzazione e della produzione dell’acciaio green – continua Gozzi – Oggi la situazione è migliorata, lo scontro fra salute e lavoro in passato aveva raggiunto livelli parossistici con eccessi politici, mediatici e giudiziari. Ora è il momento di uscire dalle incertezze e come Federacciai non siamo mai stati ideologicamente contrari a una presenza dello Stato per gestire il rilancio dell’ex Ilva. Ma abbiamo concepito tale presenza come transitoria per poi rimettere questo asset strategico per il Paese sul mercato”.

Secondo Gozzi la situazione del siderurgico tarantino è migliorata rispetto al passato e parte del merito è da attribuirsi “all’attività intelligente e silenziosa del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, che ha coinvolto le istituzioni locali, e di Franco Bernabè, presidente di Acciaierie d’Italia”.

Oggi, per Ilva, si pongono quindi delle nuove sfide, tra cui quella del piano industriale: ” Normalmente i piani industriali sono riservati alle proprietà private, ma lo Stato italiano è socio di Ilva, quindi io ho titolo di interloquire su questo – sottolinea il presidente di Federacciai – I temi del piano sono seguire anche per Taranto il modello ibrido della siderurgia europea nella transizione: buona parte dell’acciaio prodotto dal ciclo integrale deve essere sostituito da forni elettrici ma non tutto. L’alto forno 5 va rivampato, integrando le tecnologie della decarbonizzazione. Se si costruiscono forni elettrici, poi, dobbiamo
occuparci delle cariche metalliche: per questo stiamo lavorando ad un consorzio di elettro-siderurgici”. In tutto ciò, per Gozzi spetta allo Stato, socio di Acciaierie d’Italia, vigilare perché il progetto proceda. “Ci vogliono poi investimenti sugli impianti per garantire sempre più qualità dei prodotti e sicurezza sul lavoro”, dichiara il presidente.

Gozzi continua “se la siderurgia più grande del mondo, mettendo soldi e management, si impegna a rilanciare l’asset industriale più importante del Paese non si può pensare a soluzione migliore. Se non è così bisogna pensare ad altro”.

Tuttavia, alla domanda se su questo ci siano state interlocuzioni in merito ad un coinvolgimento di primari gruppi italiani, replica: “No comment”.

E sul coinvolgimento dello Stato italiano nella società, il presidente di Federacciai dichiara di non essere mai sta to ideologicamente contrario ad una presenza dello Stato nel capitale della società che deve gestire il rilancio dell’ex Ilva di Taranto, specie in un momento così difficile, concludendo: “Abbiamo sempre concepito tale presenza come transitoria ma necessaria. È il momento di uscire dalle incertezze”.

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