Secondo la Fiom Cgil serve una svolta vera, non soluzioni tampone
“Dall’incontro di ieri è emerso che il Governo non dà le garanzie che chiediamo ormai da tempo. Per noi l’unico modo per risolvere strutturalmente il problema delle risorse è che lo Stato gestisca direttamente l’ex Ilva, in questa fase di ripartenza e di emergenza, mettendo in campo gli investimenti necessari in tutti gli stabilimenti, per garantire la continuità produttiva, il piano di decarbonizzazione, l’occupazione e la tutela dell’ambiente, non ci sono scorciatoie. Lo chiediamo convintamente da tempo.”
È quanto si legge in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil nazionale.
“Il Governo ha annunciato che farà ancora un nuovo decreto Ilva stanziando le risorse fino a quando non verranno sciolti il nodo dell’iter autorizzativo dell’AIA e dell’accordo di programma. Per noi i tempi sono lunghi e comunque più lunghi di quelli annunciati dal Governo, è per questo che non si può continuare con iniziative tampone. Serve una svolta e non sulla pelle dei lavoratori: diretti, di Ilva in AS e dell’indotto.
È del tutto evidente che l’incontro di ieri dovrà essere ulteriormente aggiornato con un nuovo confronto che approfondisca i contenuti del piano di ripartenza alla luce della situazione attuale e quindi le conseguenti risorse finanziarie necessarie, prima di ogni altra discussione.”
Il punto che la Fiom ha posto al Governo è che “noi siamo di fronte al fatto che lo stabilimento di Taranto va avanti solo con l’altoforno 4 e rischia di non essere in grado di rifornire tutti gli altri 8 stabilimenti tra cui Genova, Novi Ligure e Racconigi e necessita di interventi urgenti, pertanto le persone non possono essere lasciate in cassa integrazione senza prospettiva”.
In merito alla trattativa con Baku Steel “non ci sono stati dati elementi nuovi o particolari, se non il fatto che è in corso; comunque, per noi è chiaro che un’azienda come l’ex Ilva e nelle sue attuali condizioni non può essere venduta. Per questo va assicurata la continuità dal punto di vista della produzione, dell’occupazione, della salute e sicurezza e della decarbonizzazione.”
A detta di Scarpa, “c’è una condizione di instabilità, rischiamo che si determini una bomba sociale ed ambientale e per tali ragioni che si rende necessario una soluzione dove ci sia un intervento dello Stato oltre l’amministrazione straordinaria”.