di Erasmo Venosi
L’Italia resta un Paese con crescita pari allo zero virgola. Leggere il Documento Economico e Finanziario per rendersene conto. Penalizzati il Sud
Senza PNRR paese in recessione
Una interessante pubblicazione è Relazione della Commissione UE, che riguarda lo stato di avanzamento in termini di realizzazione di quanto previsto dal PNRR e della sua incidenza sulla economia italiana. È la quarta relazione annuale “Report from the Commission to the European Parliament and the Council on the Implementation of the Recovery and Resilience Facility”, pubblicata l’8 ottobre 2025. Al 31 agosto 2025 il 55% dei fondi è stato erogato agli Stati membri. L’Italia è uno dei 6 Stati , che hanno ricevuto più del 65% dell’imposto assegnato.
A otto mesi dalla scadenza i progetti monitorati sono più di 284 mila (oltre 14 mila in più rispetto ai dati del dicembre 2024), per importi totali pari a 226,6 miliardi di euro, di cui 171,3 di provenienza PNRR. La spesa erogata , per i finanziamenti è pari al 33,8%. Noi ci auguriamo in questi mesi , che ci separano dalla scadenza che si spenda il residuo . Una forte accelerazione considerato , che finora è stato aver speso solo un terzo dei fondi e , questo desta qualche preoccupazione sulla capacità da parte del paese di rispettare gli obblighi concordati con le istituzioni europee. Dai dati pubblicati su Italia Domani , possiamo dire , che i fondi spesi finora sono effettivamente 65,7 miliardi di euro, importo pari a un terzo dei fondi previsti. Nel Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) presentato dal governo viene delineata la situazione dei conti pubblici.
Miglioramenti ce ne sono stati , ma colpisce molto il dato sulla crescita economica : siamo un Paese da zero virgola con crescita annua dello 0,5 per cento nel 2025 e dello 0,7 per cento nel biennio successivo e 0,8 per cento nel 2028. Indubbiamente la crescita riflette anche i dazi di Trump e l’incertezza politica globale , che incide su consumi e investimenti. Il dato che colpisce molto è quello del DPFP , che imputa la crescita 2025 dovuta per almeno un punto percentuale al Pnrr; visto che la crescita stimata per lo stesso anno è però dello 0,5 per cento, significa che senza il Piano il paese sarebbe stato in recessione. Un ragionamento analogo si può fare per il 2026. Infatti usando le risorse residue del PNRR l’economia dovrebbe crescere dell’1,5% , ma nel Documento programmatico è dello 0,7% quindi senza PNRR l’Italia sarebbe in recessione molto seria. L’Italia ha ricevuto circa 194 miliardi e si attende nel decennio un impatto totale di circa 189 miliardi. Incidenza quindi del PNRR sul PIL meno delle risorse allocate (moltiplicatore 0,97 !!).
Alcuni studiosi ed esperti stimano che gli effetti positivi si avranno dopo il 2026 e con le riforme attuate. Nel DEF del 2023 ( ante Trump!) si leggeva che gli effetti delle riforme dopo il 2027 computando investimenti e riforme avrebbero generato un Pil più alto di 70 miliardi e oltre il 2030 di altri 200 miliardi l’anno (!). Le riforme riguardano : istruzione e ricerca, politiche attive del mercato del lavoro, pubblica amministrazione, giustizia, concorrenza e appalti. Sconosciuti gli effetti degli investimenti del PNRR sulle singole regioni anche se , sarebbe molto utile. Il PNRR modello prossimamente sostituirà Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale), il Fse+ (fondo sociale europeo) e il fondo per la coesione. Fondo quest’ultimo per gestire l’agricoltura e lo sviluppo rurale, la pesca e la politica marittima, la prosperità e la sicurezza nel post 2027. La relazione della Commissione UE mette in evidenza un dato , che spiega la nostra bassa crescita: sono i paesi dove la competitività è più elevata a beneficiare maggiormente di Next Generation EU. Il DPFL stima che la produttività totale dei fattori (PTF) è in forte diminuzione e pari allo 0,2% tra 2024 e 2036 e con variazione pari a zero negli anni successivi.
Commissione europea, Com(2025) 637 final, Report on the implementation of Rrf.
Impatto totale del Pnrr in rapporto alla dotazione (% )


