Ricordate il ministro Crosetto quando da Vespa asseriva che il Porto di Taranto fosse il più brutto del mondo? L’altro ieri, con Lazzaro alzati e cammina, ha cambiato idea. Ha enfatizzato la struggente bellezza della città dei due mari. Il suo ruolo strategico nell’area mediterranea. Come si cambia per non morire. Come si cambia quando, alla porta, bussano le Amministrative
“Come si cambia per non morire”, canta Fiorella Mannoia. “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”, è la frase simbolo del film “Il Gattopardo”. Il cambiamento coltiva una duplicità di significati: può essere autentico; e, in questo caso, schiude le porte ad una trasformazione. Abbraccia le novità. Caldeggia il ripensamento. In caso contrario, nell’accezione sopra richiamata, quella di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, si tratta di una farsa. Una finta. L’inganno restituito per scopi altri. Questo schema duale, del cambiamento intendiamo, sarebbe interessante applicarlo al ministro della Difesa: Guido Crosetto. E perché mai, poi? Semplice. Si ricorderà il Crosetto-pensiero, nel salotto televisivo di quel campione del giornalismo libero e indipendente che risponde al nome di Bruno Vespa. L’informazione in vino (di Manduria) veritas.
Crosetto disse, un paio di anni fa, non due secoli orsono, a proposito di Taranto: “Il suo Porto è il posto più brutto del mondo”. La frase suscitò una serie di reazioni stizzite, non solo perché palesemente falsa, ma in quanto inopportuna. Fuori luogo. Lontana anni luce dal bon ton istituzionale. Che a pronunciarla, poi, fosse stato il ministro più bello del mondo un po’ faceva rosicare. Ma con la Pasqua alle porte, in giorni di resurrezioni, su nave Vespucci, in compagnia di Lazzaro alzati e cammina, miracolo compiuto non da Nostro Signore ma delle imminenti Amministrative, il ministro ha cambiato idea. Estroflesso il suo giudizio. “Taranto? E’ una delle più belle città del Mediterraneo. Qui il Sud ha margini di crescita notevoli…”. Gli uomini quasi sempre si dimenticano delle proprie risate (e di quelle altrui). Delle corbellerie rese. Come si cambia per non morire…