Il nuovo sondaggio Yoodata per la Gazzetta del Mezzogiorno mostra come il centrosinistra, con o senza il suo volto più noto Antonio Decaro, avrebbe numeri per vincere a mani basse le prossime elezioni regionali
In vista del voto per le regionali, il centrosinistra in Puglia non sembra avere rivali. Il nuovo sondaggio Yoodata per la Gazzetta del Mezzogiorno fotografa una situazione quasi inedita nel panorama politico italiano: il centrosinistra, con o senza il suo volto più noto Antonio Decaro, avrebbe numeri per vincere a mani basse le prossime elezioni regionali.Il dato più sorprendente è proprio questo: la coalizione larga – che va da Alleanza Verdi e Sinistra al Movimento 5 Stelle, passando per Pd, civici e terzo polo – risulterebbe competitiva e vincente con tutti i principali nomi messi sul tavolo. Certo, con Decaro, eurodeputato Pd ed ex sindaco di Bari, il margine diventa schiacciante (67% contro il 44% di Mauro D’Attis, attuale coordinatore regionale di Forza Italia e unico candidato ufficiale del centrodestra). Ma anche con il presidente dei senatori dem Francesco Boccia la partita sarebbe saldamente nelle mani del centrosinistra (60% a 44%).Persino candidati meno noti come l’assessore regionale Raffaele Piemontese (56%) o la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone (57%), riuscirebbero a imporsi, grazie alla lunga presenza nei territori. E lo stesso varrebbe per il vicepresidente M5S Mario Turco capace comunque di battere D’Attis con il 56%.Il sondaggio, realizzato su 700 intervistati (52% donne, 48% uomini, con un campione bilanciato per età e territorio) tra il 6 e l’11 agosto, conferma un trend consolidato: il campo progressista in Puglia gode di un radicamento profondo, che va oltre il singolo candidato e si traduce in una base elettorale pronta a confermare la guida regionale.Il livello di fiducia nei confronti dei principali esponenti progressisti resta alto: Decaro è al 69%, Boccia al 52%, Capone al 46%, Piemontese al 43%. Anche D’Attis (46%) e Turco (45%) registrano valori significativi, ma insufficienti a ribaltare l’inerzia della sfida.L’unico vero punto interrogativo riguarda l’affluenza: solo il 49% degli intervistati è certo di andare a votare. Un dato che potrebbe rimescolare le carte, specie se il centrodestra riuscisse a intercettare l’area degli incerti e degli astensionisti. Nel 2020, con Raffaele Fitto candidato, la coalizione di destra si fermò al 38%; oggi D’Attis è al 44%, segno di una crescita, ma ancora lontano dalla soglia necessaria per vincere.Per il centrosinistra, la sfida è più interna che esterna: decidere se puntare su Decaro, che attira un consenso trasversale, o su un altro nome in grado di mantenere unito il fronte progressista e proseguire la rotta impressa dalle amministrazioni Emiliano e Vendola.