Torna a riunirsi la massima assise cittadina: mentre in aula si discute di bilanci e infrastrutture, fuori i cittadini protestano contro discariche e dissalatore
Si è svolto ieri il consiglio comunale di Taranto in seduta ordinaria, con all’ordine del giorno 18 punti, molti dei quali relativi all’approvazione di debiti fuori bilancio. Nel corso della seduta si è data attenzione ad un tema che da tempo animano il dibattito cittadino: l’apertura al traffico civile dell’aeroporto “Marcello Arlotta” di Grottaglie.
Tredici consiglieri comunali hanno infatti sottoscritto la richiesta di convocazione di un consiglio monotematico sull’aeroporto di Grottaglie, superando le undici firme necessarie e mostrando così la volontà di un fronte trasversale deciso a riportare il tema al centro dell’agenda istituzionale. “Taranto è oggi l’unica grande città pugliese a non affacciarsi sul versante adriatico: una condizione che si traduce in isolamento infrastrutturale – ha dichiarato il consigliere Luca Lazzaro – senza collegamenti ferroviari veloci, senza un’autostrada diretta e senza un aeroporto operativo per i voli di linea, la città resta esclusa dalle principali reti di mobilità e sviluppo». Lazzaro ha poi sottolineato come l’aeroporto “Marcello Arlotta” rappresenti una infrastruttura strategica e come sia necessario ragionare in un’ottica di rete tra Brindisi e Taranto per garantire pari opportunità di crescita alla Puglia ionica. Il consiglio monotematico, ha aggiunto, sarà un’occasione per un confronto pubblico e per definire un indirizzo politico forte e condiviso: «Taranto non può più permettersi di rimanere isolata”.
Mentre in aula si discuteva, all’esterno di Palazzo di Città si facevano sentire le voci dei cittadini. I comitati civici hanno manifestato contro l’apertura dell’impianto di conferimento inerti a Paolo VI e contro la realizzazione del dissalatore sul fiume Tara.
“Siamo qui per ribadire il nostro no alla discarica, né qui né altrove – hanno dichiarato i rappresentanti del comitato “No alla discarica” – abbiamo chiesto un consiglio monotematico e attendiamo risposte. Vogliamo che la giunta si esponga e agisca per far decadere il progetto”.
Duro anche l’intervento di un’attivista del movimento contrario al dissalatore: “La nostra è una battaglia che va avanti da un anno. Per noi quest’opera è inutile e dannosa, vogliamo essere ascoltati. Non è possibile che a difendere il territorio debbano essere sempre i cittadini, mentre le istituzioni restano complici di politiche depredatorie”.
Alle preoccupazioni dei comitati ha risposto l’assessore all’ambiente Fulvia Gravame, che ha ricordato come l’impianto di inerti di Paolo VI sia stato autorizzato prima dell’insediamento dell’attuale amministrazione Bitetti: “Non abbiamo responsabilità dirette – ha spiegato – ma comprendendo le preoccupazioni dei residenti. Abbiamo avviato una riflessione sulla possibilità di spostare l’impianto altrove e siamo in attesa di risposte”. Sul fronte del dissalatore, Gravame ha precisato che i termini per un eventuale ricorso al TAR non sono ancora scaduti e che la questione sarà affrontata nel question time del prossimo 13 ottobre.