Appuntamento per dopodomani a Palazzo di Città. Poi, ad inizio della prossima settimana, il nuovo masterplan sarà inviato al ministero dello Sport. Su stadio Iacovone e piscina olimpionica bisognerà correre. E sperare che non arrivino ricorsi che rendano belli Tar e Consiglio di Stato
Prima la riunione del Comitato organizzatore dei Giochi, convocata per venerdì prossimo a Palazzo di Città, e poi l’invio del nuovo masterplan al Governo. La road map, l’ennesima di questa lunga e tortuosa vicenda, è ormai tracciata. Delineata. Incardinata lungo i giusti binari. Tra Taranto e l’evento sportivo del giugno 2026 non dovrebbero frapporsi più problemi inerenti ubicazione e caratteristiche tecniche degli impianti sportivi da costruire o, comunque, ristrutturare. E riqualificazioni urbane al quartiere Salinella che di riqualificazione, urbane soprattutto, non hanno niente. E centri commerciali spacciati per novità architettoniche neanche fossero stati progettati da un redivivo Le Corbusier.
Questo non significa che, su stadio Iacovone e piscina olimpionica per esempio, non permangano criticità e difficoltà oggettive. Il tempo perso è tanto, troppo. Se si vuole arrivare preparati all’appuntamento in programma tra meno di tre anni sarà necessario correre. E sperare nella dea bendata. Soprattutto per quel che concerne i possibili ricorsi che fioccheranno; evenienza, questa, quasi certa in un Paese litigioso come il nostro. Con i Tribunali amministrativi in perenne lotta con i Consigli di Stato. Speriamo bene e incrociamo le dita.