sabato 27 Luglio 24

Ex Ilva, Emiliano: “É necessario avere un piano industriale”

“É impensabile che, per due volte, una fabbrica gestita dallo Stato non faccia fronte alle proprie obbligazioni nei confronti delle aziende dell’indotto”

Nella serata di ieri, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano si è collegato in videoconferenza con l’audizione informale della Commissione Industria e Agricoltura del Senato, per la conversione del decreto legge relativo all’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva di Taranto.

“L’iniziativa legislativa di cui si discute – ha esordito Emiliano – non può prescindere dalla definizione di un Piano Industriale di Acciaierie d’Italia che contempli non solo l’operatività e la sostenibilità economico-finanziaria dell’azienda, ma anche il piano concreto di decarbonizzazione, con indicazione dei tempi e delle fonti finanziarie necessarie. Nonostante le richieste formulate da tutte le parti coinvolte, compresa la Regione Puglia mediante precedenti note e audizioni, questo Piano Industriale non è noto. Il tutto avrebbe dovuto far parte di un Accordo di programma più volte annunciato dal ministro Urso, ma di cui ad oggi non abbiamo notizia”.

Il Governatore pugliese sottolinea come non sia chiaro il punto d’approdo dell’amministrazione straordinaria. “Si vuole costituire una Newco a maggioranza statale, e secondo noi sarebbe la strada migliore che darebbe più garanzie anche rispetto al processo di decarbonizzazione, oppure si intende costituire una Newco con maggioranza nelle mani di soggetti privati? – afferma – A meno che non sia la stessa Amministrazione straordinaria a governare il processo di decarbonizzazione, ma allo stato attuale questa prospettiva non si evince dal provvedimento in esame.

La Regione Puglia, inoltre, vorrebbe conoscere con quali fondi verrà rifinanziata la sperimentazione dell’idrogeno nel preridotto (DRI), che avvia il processo di decarbonizzazione, – si legge nella nota –  prevista inizialmente dal Pnrr con risorse per 1 miliardo di euro e definanziata con la modifica dello stesso approvata dalla Commissione UE, anche in considerazione del fatto che sin da luglio 2023 la gara per la realizzazione delle infrastrutture legate al DRI è stata correttamente aggiudicata”.

Con riferimento alla situazione delle imprese dell’indotto, il presidente Emiliano ha ricordato che “nell’incontro con i sindacati del 24 gennaio scorso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, dopo aver fatto intravedere tre scenari possibili per risolvere la vertenza ex Ilva, aveva comunicato tre misure a favore delle imprese dell’indotto: l’accesso agevolato a un Fondo di garanzia per le PMI; l’estensione in deroga della cassa integrazione, misura questa non semplicissima dal punto di vista giuridico; e la prededucibilità dei crediti di queste imprese nell’amministrazione straordinaria. Il ddl in oggetto non prevede queste misure. Dal punto di vista politico, adottare questi provvedimenti potrebbe avere una grande importanza perché le imprese dell’indotto, in grandissima difficoltà, sono sul piede di guerra e già ieri hanno bloccato l’intera città”.

Entrando nel merito del decreto legge, il presidente Emiliano ha formulato alcune osservazioni. Sul fondo a sostegno delle imprese dell’indotto la Regione Puglia ha chiesto la “domanda la previsione dell’obbligo di pagamento delle imprese dell’indotto, al fine di tutelarle nell’ipotesi di amministrazione straordinaria, e richiede che le somme stanziate siano considerate soltanto come un primo passo di un programma più ampio di rilancio ambientale, sociale ed economico dell’impresa”. Inoltre, il Governatore pugliese ha ribadito come le risorse stanziate dal Governo siano insufficienti e che sia opportuno che il socio privato e quello pubblico chiariscano non solo l’attuale situazione debitoria, ma anche la situazione del conto economico/flussi di incassi relativi ai prossimi anni, con una integrazione di dati riferita alle imprese dell’indotto.

Per la cassa integrazione straordinaria per le imprese strategiche in amministrazione straordinaria, Emiliano ha evidenziato che, sebbene la norma disponga la continuità della cassa integrazione con il subentro dell’Amministrazione straordinaria, la CIGS viene concessa senza l’obbligo dell’accordo sindacale preliminare e del cosiddetto esame congiunto, che prevede anche la partecipazione della Regione.

“Si tratta – si legge nella nota – di esclusioni gravissime che impediscono il confronto sullo stato d’avanzamento del piano di riorganizzazione aziendale, e cioè del piano industriale, e la condivisione di un piano mirato di politiche attive del lavoro a favore dei lavoratori posti in CIGS a zero ore. Andrebbero proposti, pertanto, il ripristino dell’obbligo dell’esame congiunto e dell’accordo sulle politiche attive, che la Regione Puglia è pronta ad offrire, così come già fatto con successo per i lavoratori ex Ilva in cassa integrazione. Non si può prescindere, in tale percorso, dall’incontro preliminare, nell’ambito della concessione della CIGS o proroga, con le Organizzazioni Sindacali e l’azienda.

Considerato lo stato di grave difficoltà in cui versano le aziende dell’indotto – ha proseguito Emiliano –  occorrerebbe prevedere l’estensione della CIG in deroga per le aziende dell’indotto con meno di 15 dipendenti, ed alle altre, con più di 15 dipendenti, operanti al di fuori dell’area di crisi industriale complessa di Taranto. In Puglia, infatti, abbiamo aziende fornitrici di Acciaierie d’Italia, in regime di monocommittenza, ubicate al di fuori della Provincia di Taranto, che hanno avviato il processo di dismissione aziendale per l’assenza di ammortizzatori sociali in deroga. Invece, esaurite le scarse risorse del Fondo Integrazione Salariale presso l’INPS, non esistono strumenti di protezione dei lavoratori di aziende con meno di 15 dipendenti”.

In conclusione, Emiliano ha annunciato che la Regione Puglia è disponibile a supportare le difficoltà delle imprese dell’indotto che vantano enormi crediti con proprio avanzo vincolato: “Laddove lo Stato italiano non avesse disponibilità finanziaria per sostenere questa fase particolarmente delicata delle imprese dell’indotto – ha detto –  la Regione Puglia, al fine di mitigare gli effetti negativi sulle ragioni di credito di tali imprese, è disponibile, in presenza di una norma statale che lo consenta, a garantire il proprio sostegno destinando le risorse vincolate del risultato di amministrazione, come abbiamo già fatto, peraltro, per coprire le spese di disavanzo in sanità. Ovviamente si tratta di una misura che ha un impatto sul bilancio dello Stato, e quindi dalla Ragioneria vi diranno che questo aumenta e rende più difficile il pareggio di bilancio. – Conclude il governatore pugliese –  Tuttavia, è impensabile che, per due volte, una fabbrica gestita dallo Stato non faccia fronte alle proprie obbligazioni nei confronti delle aziende dell’indotto, che sono insostituibili e stanno rischiando il collasso, con relativo collasso della stessa fabbrica”.

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