Respinta la mozione del M5S con la quale si chiedeva al sindaco Bitetti di impugnare l’Autorizzazione Integrata Ambientale. Approvata invece la controproposta presentata dalla maggioranza
La questione ex Ilva torna ad accendere il dibattito politico cittadino. Nella seduta del Consiglio comunale di Taranto, al centro della discussione è finito il ricorso al TAR contro l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). A portare la vicenda in aula è stata la consigliera del Movimento 5 Stelle, Annagrazia Angolano, con una mozione che chiede un pronunciamento politico chiaro da parte del Consiglio e l’impegno del sindaco Piero Bitetti ad attivarsi “con urgenza” per impugnare l’AIA.
Ad apertura dei lavori, il consigliere comunale Luca Contrario (Pd) chiede alla consigliera Angolano di stralciare la mozione del M5S, giudicato un testo “di mera propaganda politica”.
La consigliera comunale Annagrazia Angolano (M5S) ha però respinto la mozione d’ordine. “Qui non stiamo facendo campagna elettorale. – ha riferito – Stiamo portando avanti una battaglia per il territorio e ci siamo fatti portavoce della sofferenza dei cittadini. C’è oggi la convinzione che bisogna uscire con un indirizzo politico ben preciso. Non stralcio la mia mozione politica con cui impegniamo il sindaco ad attivarsi con urgenza al ricorso all’Aia.”
Poi aggiunge: “Bitetti si era impegnato a difendere Taranto dall’inquinamento e dalla produzione a carbone ma oggi tace difronte all’ipotesi di un ricorso al Tar contro un’Aia che condanna la città a 12 anni di produzione a carbone e preferisce non esprimersi in maniera definitiva. Taranto ha bisogno di scelte coraggiose e di un sindaco che abbia la forza di rappresentare fino in fondo la volontà dei tarantini per costruire un futuro di salute e giustizia ambientale e riconversione economica.
L’Aia è una vera e propria patente ad inquinare per 12 anni attraverso impianti vecchi ed obsoleti, con una produzione annua che studi scientifici certificano incompatibili con un rischio accertabile per la salute. La comunità tarantina non è più disposta a tollerare continue drammatiche notizie morti per cancro. È l’ora del coraggio, il sindaco prenda una posizione chiara e si unisca a questa battaglia per la vita.”
“Ritengo la mozione ingiuriosa e offensiva, che attacca il sottoscritto. – ha commentato il sindaco Bitetti – Serve fare un’operazione verità e quindi alla città dico che fare un ricorso all’Aia non significa chiudere il mostro, la fabbrica.”
Dalla maggioranza è quindi arrivata una controproposta firmata dal primo cittadino e da alcuni, non tutti, consiglieri di maggioranza, con l’obiettivo di definire una linea condivisa e meno divisiva sulla complessa vertenza ambientale.
“La nuova Aia approvata dal Governo è stata già oggetto di contestazioni e bocciatura da parte del comune di Taranto e della sua maggioranza che hanno formulato osservazioni tecniche e controproposte coerenti e documentate. Il governo – si legge nel documento – invece di affrontare le vere criticità industriali e ambientali tenta di trasferire sul sindaco le responsabilità del fallimento delle politiche nazionali sull’ex Ilva.” Si ritiene che “proporre oggi un ricorso all’Aia, dopo averla già bocciata significherebbe offrire al governo un alibi politico e mediatico, consentendogli di attribuire al comune di Taranto eventuali responsabilità, tale scelta rischierebbe di escludere la città dai processi decisionali rendendo Taranto spettatrice passiva del proprio destino industriale. Il comune deve invece mantenere invece una posizione ferma coerente e propositiva volta a promuovere un nuovo modello di sviluppo industriale fondato sulla tutela dell’ambiente, della salute e del lavoro”.
Il consiglio comunale impegna quindi il sindaco e la giunta comunale “a ribadire al governo la richiesta di nazionalizzazione della fabbrica siderurgica quale unica via per orientata alla decarbonizzazione; a richiedere la progressiva chiusura dell’area a caldo e delle principali fonti inquinanti con tempi certi e investimenti pubblici; a promuovere un tavolo permanente di confronto tra istituzioni locali, regione, governo, sindacati e mondo produttivo; a sollecitare il completamento delle infrastrutture strategiche (autostrade e aeroporto) e il completamento del porto come hub innovativo per la logistica; a difendere il diritto della città a partecipare attivamente alle scelte che riguardano il proprio futuro industriale ed ambientale e sociale; a richiedere la venuta della Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni a Taranto per affrontare la questione Ilva con la città e le istituzioni e presentare un piano concreto di rinascita industriale e occupazione; a promuovere una giornata di mobilitazione e blocco simbolo della città quale atto di forte unità con la comunità tarantina.”
La mozione della consigliera Angolano è stata respinta: 20 i voti contrari, 4 voti a favore e 2 astenuti.
Approvata invece la controproposta della maggioranza con 19 voti a favore, 4 voti contrari e 3 astenuti.
Le posizioni dell’aula
Nel corso del dibattito è intervenuto anche il consigliere comunale Mirko Di Bello (Con), che ha espresso una posizione netta: “L’AIA si impugna, non si contesta. Non possiamo sacrificare ancora vite umane sull’altare dell’industria. Questa non è solo una questione politica, ma etica e morale. Dobbiamo avere il coraggio di scegliere da che parte stare”.
Sorprende, invece, la precisazione del consigliere Luca Contrario (Pd), che pur avendo criticato la forma della mozione del M5S, ha riconosciuto la validità sostanziale del ricorso: “Il ricorso va fatto, perché è giuridicamente sostenuto”.
Il consigliere Luca Lazzaro (Fratelli D’Italia) ha invece richiamato l’aula a un senso di responsabilità: “se continuiamo così – ha dichiarato – distruggeremo il futuro della nostra città. Abbiamo il dovere di essere responsabili. Taranto non può continuare a essere ostile agli investimenti e a ogni prospettiva di sviluppo sostenibile per il territorio. Quello a cui stiamo assistendo è l’ennesima rappresentazione di una bandiera politica issata su questa fabbrica, ed è inaccettabile”.
Mentre il consigliere comunale Giandomenico Vitale (Unire Taranto) ritiene la mozione del M5S pretestuosa, vuota, inconsistente e provocatoria, accusando la proposta di puntare solo a “un plauso personale”, per il consigliere Giampaolo Vietri (Fratelli D’Italia): “quella del M5S è un’operazione di propaganda che si tenta sulla pelle dei cittadini. La tutela dell’ambiente non passa da mozioni come queste.”


