Tra il presidente del Coni e il sindaco di Taranto è calato il gelo. Cosa si cela dietro l’organizzazione dei prossimi Giochi del Mediterraneo? E perchè la costruzione del nuovo stadio Iacovone sembra essere diventata, ormai, una questione di vita o di morte? Troppe le stranezze che prendono forma attorno all’appuntamento del 2026
La pazienza sta per volgere al termine. Consumata, come la sabbia in una clessidra capovolta, da atteggiamenti che si fa fatica a comprendere. E da una gestione a dir poco opinabile delle istituzioni rappresentate. Tra il presidente del Coni e il sindaco di Taranto è calato il gelo, nonostante le temperature roventi di questi giorni. Malagò sopporta, ormai, a malapena Melucci (non è il solo, la schiera dei delusi dimostra una formidabile – e inaspettata – capacità autoreplicante…). Considera autolesionismo puro la sua contrapposizione al commissario Ferrarese, incomprensibili certe gelosie adolescenziali nel trasmettere progetti e documenti sin qui elaborati al nuovo referente governativo. Non nasconde le preoccupazioni Malagò, celate a fatica, quasi con imbarazzo, per l’organizzazione – e la buona riuscita – dei prossimi Giochi del Mediterraneo. Principi generali, interessi particolari: i limiti, gli imbarazzi, le contorsioni di questa singolare vicenda sembrano scivolare tutte lungo lo spazio di enunciati logici differenti e divisivi. E’ di ieri l’intervista raccolta da un giornale locale all’imprenditore che vorrebbe realizzare il nuovo stadio Iacovone, mediante la procedura della finanza di progetto. Singolari le sue dichiarazioni, che suonano all’incirca così: se serve cambiare modalità di finanziamento si faccia pure, noi siamo disponibili, purché si costruisca un nuovo impianto al rione Salinella. Noi chi? Sembra di sentire parlare un politico in luogo di un imprenditore. Mah. Può dipendere l’organizzazione di un’intera manifestazione internazionale dalla realizzazione ex novo – o mediante rifacimento – del solo stadio di calcio, quando manca tutto il resto? Perché, ci domandiamo, serve tornare con una tale insistenza su questo argomento? Da parte del sindaco, ma non solo. Tanto dall’aver spazientito Malagò. E aumentato lo strappo tra il numero uno dello sport italiano e il primo cittadino della città dei due mari.


