Si fa difficile la posizione di Fulvia Gravame, sfiduciata ieri in Aula dal suo unico consigliere comunale di riferimento. L’Ilva divide ciò che la politica, ingenuamente, pensava di poter unire
Dopo la celebrazione del Consiglio comunale di ieri, esiste un caso assessore all’Ambiente nella maggioranza di centrosinistra. Fulvia Gravame può continuare a sedere in giunta se il suo unico consigliere comunale di riferimento, sodale di partito, vota con l’opposizione a Cinque Stelle? Non su un tema qualsiasi, ma sull’AIA dell’Ilva da impugnare? Su qualcosa che attiene – e segnerà – il prosieguo dell’attività amministrativa per l’intera legislatura. Una di quelle vicende dirimenti, per le quali contare e contarsi a lungo.
La risposta, scontata, per la logica e le liturgie della politica, è no. L’assessore in questione non può più continuare ad essere la responsabile della politica ambientale cittadina. No, dopo le lenti al contrario che hanno offuscato la visione ad una maggioranza con più di qualche crepa al proprio interno. Concettualmente strabica. Avrebbe dovuto dimettersi già ieri sera, l’assessore, di comune accordo con il sindaco Bitetti. Evitando ulteriore divisioni – e polemiche – in seno all’Amministrazione comunale. Togliere il disturbo, perché sfiduciata dal suo unico consigliere comunale di riferimento. Verdi per la rabbia.


