giovedì 1 Maggio 25

Alessandro Leogrande rivive nel ricordo della madre: incontro con gli studenti del Righi

Maria Giannico ha parlato ai ragazzi della vita e delle opere del figlio, giornalista e scrittore tarantino scomparso prematuramente. Dal reportage sulle migrazioni alle inchieste sull’Ilva, il racconto di un intellettuale che ha dato voce agli ultimi

La voce e le opere di Alessandro Leogrande continuano a parlare alle nuove generazioni. È accaduto ieri nell’aula magna dell’istituto “Augusto Righi”, dove Maria Giannico, madre del compianto scrittore tarantino, ha incontrato gli studenti del biennio e del triennio nell’ambito del Salone del Libro.

Studenti dell’istituto Augusto Righi

L’incontro, fortemente voluto dalla dirigente scolastica Iole De Marco e dal Dipartimento di Lettere guidato dalla professoressa Ilaria Malagrinò, ha ripercorso l’intero percorso umano e professionale di Leogrande, partendo dal reportage “La frontiera” per esplorare i temi cardine della sua produzione letteraria: dalle migrazioni al mondo del lavoro, dall’ecologia alle nuove povertà, fino alla critica del clientelismo politico.

Giornalista d’inchiesta prima per “Il Clandestino” e poi per “Internazionale”, Leogrande ha trasformato il suo rigoroso metodo investigativo in letteratura di alto livello, raccontando storie di marginalità e sfruttamento: dai caporali della Capitanata agli operai dell’Ilva, dai contrabbandieri ai migranti. Proprio all’ex Ilva, Leogrande aveva dedicato “Fumo sulla città”, opera che ha ispirato il film “Palazzina Laf” di Michele Riondino con musiche di Diodato. “Figure che portano in alto il nome di Taranto – ha sottolineato la Giannico – e che come mio figlio non hanno mai dimenticato le proprie origini”.

Gli studenti hanno mostrato particolare interesse per gli anni giovanili dello scrittore al liceo Archita. “Il suo attivismo gli procurò qualche problema – ha rivelato la madre, – persino con la Digos per un giornalino studentesco. Ma a casa portava sempre ottimi voti”. Un’attitudine al giornalismo militante che Leogrande ha mantenuto fino alla fine, come testimonia l’opera postuma “Dalle macerie – cronache sul fronte meridionale”, ultimo omaggio alla sua città.

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