“Siamo delusi e sconcertati dall’aumento delle rette mensili – scrivono in una lettera indirizzata all’Amministrazione comunale – abbiamo necessità di trovare soluzioni condivise”
L’aumento considerevole delle rette mensili degli asili nido comunali di Taranto per l’anno 2023/2024 ha generato, prevedibilmente, molta preoccupazione tra le famiglie.
La nostra testata aveva già rilevato quanto il provvedimento fosse inopportuno all’interno di una città già gravata da disoccupazione femminile e calo demografico, nonchè dall’aumento della tassazione a carico delle famiglie, già gravate dalla crisi e dall’inflazione derivanti dal contesto internazionale.
Poco calzante anche la risposta del sindaco Melucci, che aveva giustificato l’aumento con la necessità “di allineare Taranto alle altre città interessate da questo servizio”, dimenticando, forse, che il tessuto sociale e la tenuta occupazionale del capoluogo ionico sono ben lungi dall’essere allineati agli standard di altre città, come evidenziano numerose classifiche stilate dall’Istat e da Il Sole 24 Ore.
Taranto avrebbe bisogno di soluzioni ad hoc, che intervengano a risolvere determinate criticità con politiche calibrate sulle proprie peculiarità, non di un livellamento tanto paradossale quanto inadeguato.
Infine, è doveroso ricordare come in altre città, a parità di costo, l’orario coperto dal servizio dell’asilo nido comunale sia più ampio, dal momento che riguarda anche il pomeriggio e non solo mezza giornata, come avviene attualmente a Taranto.
Spendere di più per ottenere di meno, insomma, non ci pare un granchè come allineamento.
Anche il riferimento al bonus INPS da parte del primo cittadino è stato giustamente contestato da molte famiglie: si tratta di un contributo che permette di recuperare la somma versata (in alcuni casi non del tutto, ma solo in parte), somma che deve essere comunque corrisposta in anticipo. Per non tacere del fatto che, al momento, il contributo copre le rette pagate fino al 31 dicembre 2023.
Una situazione che ha spinto alcune famiglie a non rinnovare l’iscrizione presso i nidi comunali tarantini e a scrivere al sindaco Melucci per esprimere la propria preoccupazione.
Riportiamo, infatti, di seguito, le parole che alcuni genitori hanno indirizzato all’Amministrazione comunale:
“Siamo i genitori delle bambine e dei bambini frequentanti i nidi comunali di Taranto e sentiamo l’esigenza di scrivere questa lettera anche pensando a chi in futuro attraverserà il meraviglioso percorso educativo che rappresentano i nidi comunali di questa città.
Ci preme esprimere quanto la nostra visione dei suddetti nidi vada oltre il semplice concetto di “servizio alla persona”, cogliendone invece l’altissimo valore educativo e il potere di superamento delle disuguaglianze che ogni istituzione educativa e formativa porta con sé.
Come ben sappiamo non tutte le famiglie, a prescindere dalla condizione lavorativa dei genitori, hanno le stesse possibilità sociali, economiche e culturali e questo si traduce in alcuni casi nel maggior rischio di povertà educativa delle figlie e dei figli. Il personale educativo eccelso presente nei nidi comunali può fare in modo che tutti possano accedere a materiali, giochi e attività educative più idonee per la fascia d’età 3-36 mesi, accompagnando e supportando le famiglie in questa fase così preziosa e delicata dei primissimi anni di vita.
Nel momento in cui abbiamo appreso le maggiorazioni riguardanti le rette mensili, con aumenti che in alcuni casi arrivano fino al 341% in più rispetto allo scorso anno educativo, siamo rimasti delusi e sconcertati dal fatto che si conteggi la misura Inps del “bonus nido” nelle nuove rette, facendo diventare questa misura un sostegno non per le famiglie ma per le casse del Comune. Ricordiamo inoltre che, per ricevere questo bonus da parte dell’Inps, occorre anticipare ogni mese le somme da parte dei nuclei familiari e solo in seguito, averli indietro interamente o una parte di essi dall’istituto per la previdenza sociale. Ci domandiamo come possa una famiglia inserita in una fascia di reddito del Valore Isee da 0 a 7.500,00 euro anticipare una retta mensile di 230,00 euro, per esempio.
Paradossale come le percentuali di aumento siano più alte proprio nelle fasce di reddito Isee più basse (341% per la I fascia, 159% per la II fascia, 92% per la III fascia, 58% per la IV fascia…) e varino invece di poco nelle fasce più alte.
Abbiamo inoltre notato come a parità di aumento della retta non sia affatto corrisposto un aumento della copertura oraria del servizio, lasciando la fascia oraria 7.30/14.30 che difficilmente si concilia con le esigenze lavorative delle famiglie e spingendo di fatto la scelta verso i nidi privati che offrono la copertura oraria fino alle 18.00 con le stesse rette dei nidi comunali, se teniamo conto di queste nuove maggiorazioni.
Vorremmo conoscere le ragioni degli aumenti nel dettaglio e capire se c’è una strada percorribile per trovare una soluzione che abbia maggiormente a cuore le famiglie e i nidi di questa città.
Prendendo visione del nuovo Regolamento gestione dei nidi Comunali, nello specifico dall’art. 14 all’art.18, non abbiamo più riscontrato tra i compiti e le funzioni della Consulta di gestione e delle/dei presidenti eletti (al cui interno devono essere presenti anche 3 rappresentanti delle famiglie) il ruolo di monitoraggio della formazione delle graduatorie di accesso ai nidi e ci sembra una perdita di trasparenza e partecipazione molto importante. Ricordiamo che gli ex Comitati di gestione, attualmente Consulte di gestione e le/i presidenti rappresentano uno strumento di partecipazione e trasparenza che va tutelato in ogni nido comunale.
Per tutti questi motivi desideriamo un incontro con il Sindaco, con il responsabile del Servizio, con l’Assessora di riferimento e con il consigliere avente delega alle Politiche Giovanili.
Restiamo in attesa di un vostro riscontro.
I genitori delle bambine e dei bambini dei nidi comunali di Taranto”.
Una città come Taranto ha la necessità di attuare politiche di sostegno alle famiglie concrete e immediate, di alleggerire il carico economico e mentale dei nuclei familiari, di fornire soluzioni, non certo di destare ulteriori preoccupazioni in chi già cerca di far quadrare i conti a fine mese; ma forse, questa non è al momento una priorità dell’attuale amministrazione comunale.