martedì 22 Ottobre 24

Bracciante morto nel Tarantino, Flai Cgil: “Necessario fare chiarezza”

Il sindacato, ‘datore lavoro già sotto processo per caporalato’

“Chiediamo che si faccia piena chiarezza sull’accaduto e continueremo a lavorare per questo. Come Flai Cgil Taranto abbiamo appreso la notizia dalla stampa, ma ci siamo immediatamente attivati per comprendere cos’è e successo. Dalle informazioni reperite ci risulta che l’imprenditore ha un altro processo di caporalato in corso”.

Lo dice all’ANSA Lucia La Penna, segretaria della Flai Cgil di Taranto commentando la notizia dell’inchiesta della procura di Taranto sulla morte di un bracciante agricolo indiano di 38 anni, Rajwinder Sidhu Singh, che il 26 maggio scorso fu portato all’ospedale San Pio di Castellaneta dopo aver accusato un malore nelle campagne di Laterza, ma quando arrivò al pronto soccorso per lui non c’era più nulla da fare. Un imprenditore agricolo è indagato per omicidio colposo e caporalato.

 “La Flai Taranto – aggiunge La Penna – depositerà una nomina come persona offesa e parte danneggiata alla procura, come in altri processi nei quali siamo stati ammessi come parte civile, in difesa dei lavoratori”.

Per Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della Cgil di Taranto, “il giovane indiano Rajwinder Sidhu Singh, così come Paola Clemente, la bracciante di Crispiano (Taranto) morta il 13 luglio del 2015 in una campagna di Andria, e i braccianti agricoli rumeni che nel 2016 trovarano rifugio nella sede della Cgil di Taranto dopo essere fuggiti dal capannone lager nella provincia occidentale di Taranto, rappresentano non solo un simbolo, una icona, ma una testimonianza viva”.

D’Arcangelo evidenzia l’importanza di “dare sostanza a quell’impegno che nel 2016 produsse anche la Legge 199 contro il lavoro nero e il caporalato che di Paola Clemente porta il nome”.

Intanto il 13 luglio, nella sala del Comune di Crispiano, si discuterà di cibo etico e caporalato nel corso di un incontro promosso da Cgil, Flai e Spi Cgil, che hanno deciso di finanziare “una borsa di studio destinata agli alunni dell’alberghiero di Crispiano che vorranno cimentarsi su progetti che certifichino la filiera etica del cibo che portiamo sulle nostre tavole”. (Ansa)

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