giovedì 13 Febbraio 25

Dissalatore fiume Tara, WWF Taranto: “Si sottovaluta il rischio ambientale”

“L’analisi da noi condotta dimostra che il prelievo previsto, che si sommerà a quelli già previsti per ex Ilva e consorzio agricolo, comprometterà gli ecosistemi fluviali, riducendo il deflusso minimo vitale e mettendo a rischio specie protette come la lontra e il gambero di fiume”

Il WWF Taranto, rappresentato dal presidente Gianni De Vincentiis, ha partecipato al Consiglio Comunale Monotematico sul Dissalatore del Fiume Tara, tenutosi ieri 3 febbraio 2025, presentando le osservazioni tecniche e ambientali elaborate dal Comitato Scientifico WWF, in collaborazione con il Comitato per la Difesa del Territorio Jonico. L’intervento di De Vincentiis ha evidenziato le gravi criticità del progetto, che rischia di avere un impatto devastante non solo sul fiume Tara e i suoi ecosistemi, ma anche sul Mar Grande e Mar Piccolo.

“L’analisi condotta dal WWF dimostra che il prelievo previsto dal dissalatore che si sommerà a quelli già previsti per ex Ilva e consorzio agricolo, comprometterà gli ecosistemi fluviali, riducendo il deflusso minimo vitale e mettendo a rischio specie protette come la lontra (Lutra lutra) e il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes). – Si legge nella nota – Altro aspetto la Salamoia nel Mar Grande: un rischio sottovalutato poiché anche se di salinità inferire rispetto a quella prodotta da un dissalatore in mare, modificherà gli equilibri chimici e biologici delle acque costiere, con conseguenze ancora sconosciute sulla biodiversità e sulla mitilicoltura.”

Una decisione, quella di chiudere la conferenza di servizi a prevalenza, forzata. Il presidente del WWF Taranto ha espresso forti perplessità sulla procedura autorizzativa. “La Conferenza dei Servizi ha approvato il progetto nonostante la presenza di pareri negativi da parte di enti fondamentali, tra cui il Ministero della Cultura. Il vero problema è la gestione dell’acqua, non la scarsità. – Sottolinea De Vincentiis – Il WWF ha sottolineato che la Puglia spreca oltre il 50% dell’acqua immessa nella rete idrica a causa di perdite e infrastrutture obsolete. Investire nel recupero delle perdite e nel riutilizzo delle acque reflue sarebbe una soluzione molto più efficace e sostenibile rispetto alla costruzione di un dissalatore che avrà costi elevati e impatti devastanti sull’ecosistema, e sarà l’ennesima cattedrale nel deserto.”

Il WWF, assieme al comitato per la difesa del territorio jonico, continueranno a monitorare la situazione e a portare avanti la tutela del territorio e delle sue risorse naturali, non sacrificabili per logiche economiche a breve termine.

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