Secondo la Commissione europea la Direttiva non consentirebbe di rinviare gli “interventi di ambientalizzazione”
“I rischi per la salute devono essere debitamente presi in considerazione al momento di concedere o riesaminare l’autorizzazione”. A scriverlo, riferisce la Gazzetta del Mezzogiorno, in un pezzo a firma di Massimiliano Scagliarini, la Commissione europea nella memoria depositata alla Corte di giustizia Ue che il 7 novembre discuterà la questione sollevata dal Tribunale di Milano a proposito della Direttiva Ue sulle emissioni provenienti dallo stabilimento Ilva di Taranto. Secondo quanto dichiarato dall’Ue risultava necessario un “monitoraggio degli effetti concreti sulla salute” che permettesse “alle autorità competenti di reagire in caso di pericolo”.
Il procedimento scaturisce dalla denuncia da parte di un gruppo di genitori tarantini contro Acciaierie d’Italia e Ilva in AS. Ora, Dall’Unione europea la richiesta all’Italia di chiarire le ragioni alla base dell’ok alle autorizzazioni senza aver valutato eventuali effetti che emissioni potenzialmente nocive comporterebbero.
La Commissione inoltre riferisce che la Direttiva non consentirebbe di “procrastinare gli interventi di ambientalizzazione”. Se si tratta infatti di “un pericolo immediato” per la salute pubblica o per l’ambiente, infatti, il documento “prevede che l’esercizio dell’installazione deve essere sospeso fino al ripristino della conformità”.