martedì 18 Febbraio 25

Ristorazione ospedaliera, Marchese (Usb): “Incertezza totale per il futuro”

A rischio centinaia di dipendenti tra chiusure di cucine e trasferimenti non ancora definiti

La vicenda della ristorazione ospedaliera del Tarantino continua ad essere irrisolta e a lasciare col fiato sospeso un centinaio di lavoratori che avvertono il rischio che questa fase di cambiamento possa rendere ancora più instabile la loro posizione lavorativa, già di per sé precaria.

Si tratta infatti di lavoratori che, nonostante in alcuni casi operino nel settore da addirittura 30 anni, continuano ad avere contratti part- time a basso reddito. Se a questo si aggiunge che ora dovranno probabilmente anche spostarsi per raggiungere il loro luogo di lavoro, è chiaro che la situazione si complica.

Di fronte alla mancata disponibilità del nuovo centro cottura da parte di Ladisa, alle possibili alternative di utilizzo di centri cottura esterni alla provincia, e alle numerose richieste inascoltate rivolte all’Asl di Taranto, l’Usb suggerisce una soluzione pratica per garantire tranquillità ai lavoratori: “I lavoratori e le lavoratrici continuino a lavorare nelle cucine interne agli ospedali dove hanno operato per diversi decenni  fino a quando non saranno definiti tutti gli aspetti previsti dal nuovo contratto d’appalto e l’Asl convochi  le organizzazioni sindacali per confrontarsi finalmente sui bisogni e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”, afferma Francesco Marchese di Usb Lavoro Privato.

A seguito dell’inagibilità di molte cucine ospedaliere in Puglia, è stata presa la decisione di chiudere la maggior parte di esse, mantenendone operative solo sei in tutta la regione. A Taranto, resterà aperta solo la cucina dell’ospedale di Castellaneta, mentre verranno chiuse quelle degli ospedali SS Annunziata, Grottaglie e Martina Franca, oltre a quelle già non funzionanti di Massafra e Manduria. La gestione del servizio di ristorazione per i pazienti sarà affidata alla Ladisa, vincitrice dell’appalto.

È importante notare che, nonostante i disagi per i lavoratori costretti a spostarsi a Taranto, la cucina designata non è ancora operativa e potrebbe non essere pronta per il 1° giugno come previsto, rischiando un ulteriore ritardo. Inoltre, prima dell’avvio del nuovo appalto, è necessario un dialogo con i sindacati per stabilire le clausole sociali a tutela dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori.

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