di Vittorio Galigani
Per volere politico è stato imposto, alla Federcalcio, il cambio dei pesi nella Governance. Ci sarà quindi una rivoluzione. Alla maniera di Copernico. La serie A come centro dell’universo e tutti gli altri semplici satelliti che le ruotano attorno. Sia fatta quindi questa rivoluzione dei pesi elettorali e dei consiglieri. Così la Serie A sarà accontentata. Per un “sistema” migliore. Così almeno la pensano, a Milano, in via Rosellini. Più pesi. Più consiglieri. Più potere. Una vittoria di Pirro
Il 2 ottobre scorso, presso la sede di Firenze della Lega Pro o Serie C o Lega Italiana Calcio Professionistico, come la volete chiamare (purtroppo la sostanza non cambia) si è tenuta l’Assemblea per eleggere il “nuovo” presidente. L’ottimo giornalista Matteo Marani.
Il clima era “festaiolo” e da incontri post vacanze. Alla “volemose bene” (direbbero a Roma). Del resto il candidato era unico. E qui si dimostra la pochezza della nostra classe dirigenziale sportiva.
Candidato unico? Evitiamo quindi il Notaio. Le urne. Le schede. Lo Statuto. Facciamo alla “paesana” maniera. Eleggiamo per acclamazione … (?). Mandiamo a farsi friggere il regolamento. Con buona pace di tutti.
Con tutte le schiere di dirigenti, Direttori Generali destinati, Segretari disponibili e pure il Notaio Marino. A nessuno è venuto in mente il rispetto delle regole. Come detto sopra, via le urne, le schede, la proclamazione. In questo sistema va tutto bene. Con larghi sorrisi dei Presidenti e dei delegati.
Nessun dibattito serio sui reali problemi del sistema legati alla categoria. Nello specifico l’Assemblea, alla quale facciamo riferimento, della Lega Pro.
All’insegna del tutto va bene. Invece, sentiti nel privato, i presidenti della terza serie si lamentano tutti. Sulla “sconosciuta” sostenibilità. Sulla carenza del denaro. Sulle difficoltà, evidenti, per le quali alcuni Club rischiano di non arrivare a fine campionato. Quando invece hanno la possibilità di esprimersi nelle opportune sedi, “proponendo” rimedi, si cuciono tutti la bocca. E lo scontento generale rimane!
Il 4 Novembre è convocata la prossima assemblea federale. Doveva essere elettiva, ma è stata trasformata. Per volere politico. E’ stato imposto, alla Federcalcio, il cambio dei pesi nella Governance. Ci sarà quindi una rivoluzione. Alla maniera di Copernico.
La serie A come centro dell’universo e tutti gli altri semplici satelliti che le ruotano attorno. Sia fatta quindi questa rivoluzione dei pesi elettorali e dei consiglieri. Così la Serie A sarà accontentata. Per un “sistema” migliore. Così almeno la pensano, a Milano, in via Rosellini. Più pesi. Più consiglieri. Più potere.
Una vittoria di Pirro. Nella realtà. Ci si dimentica che il potere, reale, lo conferisce soltanto il denaro. Ma le “risorse” economiche del sistema, negli ultimi tempi, vanno scemando. Ed anche corposamente.
Approfondiremo, sugli argomenti della sostenibilità, del denaro e dei proventi da diritti televisivi, più sotto. La più penalizzata, dalla rivoluzione del prossimo 4 novembre, sarà proprio la Lega di Matteo Marani che passerà dallo “storico” 17%,di quando le società erano il doppio della sessanta attuali, all’11%.
Non è un buon risultato per la gestione Marani. E’ sotto gli occhi di tutti. Ghirelli aveva tentato delle riforme, senza ottenere consensi e risultati positivi, tanto da decidere di dimettersi. Una rarità quel gesto. Perché quello delle dimissioni è un istituto sconosciuto, nel nostro Paese.
Ma che volete, senza maldicenza alcuna, i 125 mila di compenso per Marani non si toccano. Bedin è in rampa di lancio per la Serie B. Ma dei veri problemi. Dei soliti veri problemi. Della sostenibilità, del denaro e dei proventi da diritti televisivi non si parla. L’argomento è tabù!
Il problema nasce dall’alto. Dalla Serie A che non è riuscita a completare i ricavi. Per l’Italia e soprattutto per l’estero. Ed è la Serie A che tutti aspettano al varco. Perché, a cascata, meno soldi per la serie maggiore, a pioggia meno risorse per tutti. Balata per questo rischia la poltrona. Marani per ora si salva, i conti si faranno a fine stagione.
Mancano all’appello ben 350 milioni di euro di proventi. Cosa sta a significare? Meno proventi alla Federcalcio che a sua volta dovrà tirare la coperta. Perché dai 140 milioni attuali si scenderà probabilmente a 100. Di conseguenza meno alla disastrata Serie B, con i club che già si lamentano per la pessima gestione di Balata. Lega di serie B che non è nemmeno riuscita a fare un’assemblea societaria. Rimandando lo stesso Balata nel suo Studio a Roma-Parioli. A fare l’avvocato. E forse è meglio che rimanga lì.
Meno denaro anche alla Lega Pro, che già, in proporzione, ne riceve poco. Infatti come si fa ad accontentare 60 club già nelle ristrettezze del presente.
Concludendo la Serie A avrà pure più peso e più consiglieri. Lotito sarà felice e contento. Ma il dovere era di far quadrare il cerchio. Ed invece il “piatto” piange di lacrime amare.
Quel che è peggio è che il “danno” che sta emergendo è di interesse mondiale. Tutti lo sanno, nessuno sembra di volerlo ammettere/comprendere. Perché ognuno “coltiva” il proprio orticello. Da noi, è sotto gli occhi di tutti, l’esempio ci è offerto dalla serie A. Cambiamo tutto perché nulla cambi. Come scriveva Tomasi di Lampedusa nel “Gattopardo”. E’ una sconfitta per tutto il sistema. I proventi sono in calo macroscopico a livello universale. Piattaforme televisive e sponsor “scappano”. O tagliano.
Tornando però agli interessi dei nostri campionati. I vari manager che aspirano alle poltrone di Via Rosellini avranno tra breve, tra le mani, l’occasione migliore per “dimostrare”. Per fare il loro compito e per rimettere in rotta un “veliero” che imbarca acqua. Anche Claudio Lotito. Che ha caldeggiato/sospinto questa rivoluzione.Avrà pure delle idee. Sono concrete? Altrimenti rimarranno solo e soltanto chiacchiere.