Il tecnico della Gioiella Prisma Taranto analizza, a trecentosessanta gradi, il momento della sua squadra e parla della durissima lotta salvezza con Siena
Non è intervenuto al termine della partita vinta al tie-break contro Siena sabato scorso nella mixed zone del PalaMazzola ma le dichiarazioni del tecnico rossoblu non passano mai inosservate. Ospite di Afterhours – La Superlega di notte (trasmissione condotta sui canali social della Lega Pallavolo Serie A) coach Vincenzo Di Pinto, allenatore della Gioiella Prisma Taranto, ha parlato della sfida vinta con Siena e della performance di alcuni suoi giocatori: “Siamo vivi, sabato si decideva la nostra continuità oppure c’era il rischio di finire la stagione anticipatamente. Nonostante le nostre difficoltà, la squadra ha dimostrato di essere vincente anche con dei giovani che hanno dato un bel contributo: questo per me è molto importante. Andreopoulos? In base ai progetti economici che vengono fatti, si fanno anche delle scelte: i giovani normalmente costano di meno e bisogna essere svegli a trovare dei talenti e creare una programmazione per capire quando possano rendere maggiormente. La Superlega non permette questa situazione, anzi, sta dicendo che tutte le squadre possiedono una panchina esperta e in grado di produrre qualcosa con i cambi. Siamo l’unica società ad aver fatto delle scelte, anche un pò costrette, di questo tipo. Quando sono troppo giovani, buona parte dell’anno va via nella loro preparazione. Abbiamo pagato questo fattore in una parte della stagione, nonostante abbiamo sempre giocato a buonissimi livelli”.
Taranto ha scovato dal mercato Lawani che, nelle ultime tre uscite, ha dato un grandissimo contributo al club: “Lawani? Faccio degli studi continui, anche insieme al team manager Sardanelli facciamo uno scouting internazionale, studiando vari giovani e varie caratteristiche di persone. Quando si è infortunato Stefani eravamo già alla ricerca di un atleta: avevo individuato due ragazzi che potessero essere al caso nostro. A noi serviva qualcuno che ci prendesse per mano anche durante gli allenamenti, un opposto trascinatore e un pò “ignorante”. Siamo stati fortunati a trovare Lawani, abbiamo iniziato le trattative già nella settimana di Padova ma non era facile portarlo da noi vista la sua media di 30/35 punti a partita. Quando Lawani è arrivato a Taranto, aveva un problema da recuperare: fece giusto una seduta di allenamento e preferii non rischiarlo. L’ho provato la mattina di Piacenza, poi la sera fece 27 punti e perdemmo 3-2, a testimonianza che c’è talento e che il nostro gruppo è molto unito. Falaschi è stato bravo ad integrarlo velocemente”.
Il livello della Superlega è in continuo aumento: “Questa è una stagione entusiasmante, dal ritmo di gioco molto alto. Adesso non si può più giocare con poche persone, a differenza di quanto accadeva anni fa: Padova ha quattro martelli, domenica scorsa aveva messo in campo Gardini che aveva trovato poco spazio. L’importanza di avere un roster lungo non è più sufficiente solo per gli allenamenti ma anche nelle partite. Bisogna mantenere alti i rendimenti della squadra e dei singoli in ogni momento”.
Dopo qualche occasione non sfruttata e degli episodi controversi, a Taranto si avverte la pressione per l’ottenimento della salvezza, che consentirebbe agli ionici di militare per il terzo anno nel massimo campionato di volley: “Sabato c’era un clima strepitoso, la società è stata bravissima a chiamare a raccolta i tifosi. La pressione, per una squadra che si deve salvare, c’è sempre: bisogna cercare di fare punti in ogni partita e avere una certa mentalità. Senza pressione non si rende idealmente. Penso che, comunque, Padova abbia fatto un passo in avanti per la salvezza non indifferente. Loro hanno un numero di vittoria superiore al nostro, oltre alla classifica. È ancora tutto da vedere e da giocare: la salvezza è sempre imprevedibile. La sofferenza è talmente forte che porta alla disperazione…e la disperazione porta a qualsiasi risultato. Si soffre di meno per vincere uno scudetto perchè nella testa c’è sempre la positività. La cosa più difficile è giocare per la salvezza, perchè si pensa sempre agli aspetti negativi, come quelli di una retrocessione”.
Su eventuali rimpianti sulla stagione attualmente in corso, il coach afferma: “Rimpianti non ce ne sono, c’è un’analisi che avevo già previsto in estate. L’idea era quella di avere cinque martelli a disposizione, non ci siamo riusciti e ce li siamo dovuti costruire noi. Chiaramente, anche se giocavamo molto bene, questo ci ha danneggiato: quando bisognava cambiare qualcosa, non si poteva fare. Con l’infortunio di Stefani, abbiamo dovuto creare degli equilibri non proprio facili e stabili. Nelle ultime due partite è successo con Loeppky, che non era al massimo delle condizioni”.
Due gare al termine della regular season. Di Pinto ha sempre affermato che la quota salvezza sarebbe stata a 18/20 punti: “A 20 difficilmente qualcuno ci arriverà quest’anno, tutte le partite sono state molto equilibrate. Si potevano fare più punti. Le squadre che lottano per la salvezza hanno qualche giocatore di qualità in meno o una struttura meno forte. Gli episodi o le difficoltà saranno in favore di quelle più forti. Stefani? Ha ripreso gli allenamenti, stiamo rispettando i tempi del recupero. La società lavora molto bene in tal senso, speriamo che possa darci un contributo già dalla prossima partita. È difficile programmare un rientro, monitoriamo giorno dopo giorno le sue condizioni”.