mercoledì 6 Novembre 24

La cavalcata di Auteri

Di Vittorio Galigani

Il Taranto, in superiorità numerica per metà gara, non è andato oltre uno scialbo pareggio nell’incontro casalingo con la Turris. Gli stipendi di luglio ed agosto percepiti dai tesserati, nel corso della settimana, non hanno evidentemente conferito gli stimoli necessari. La classifica rimane asfittica. Il pensiero rivolto ai prossimi punti di penalizzazione (otto in due scaglioni) non offre grandi certezze sulle possibilità di mantenere la categoria

Gaetano Auteri, solitario, continua la cavalcata della vetta. L’impegno della Casertana non è sufficiente per interrompere la corsa della sua “strega”. Benevento mantiene infatti immutato il vantaggio sulle più immediate inseguitrici e si appresta alla trasferta infrasettimanale sul difficile campo di Crotone. Obbligati a proteggersi le spalle i giallorossi meritano, in ogni caso, il primato. Per espressione di gioco e continuità nei risultati.

Sugli scudi, però, ci va il “pitone”. Lui, Raffaele Biancolino, è la vera rivelazione/attrazione del campionato. Certamente sarà anche merito del rientro in squadra di alcuni acciaccati. Sta di fatto che da quando il “pitone” si è seduto in panchina i biancoverdi macinano gioco. Collezionano punti e gol in quantità industriale. Scalano più velocemente di tutti la classifica. Il suo mentore? Chicco Patierno costantemente a segno dal suo rientro in campo. Ma tutta la squadra merita la lode generale.

Dieci e lode anche al Monopoli che getta il cuore oltre l’ostacolo. E “agguanta” un  pareggio entusiasmante. A tempo ormai scaduto ed in inferiorità numerica. E’ la stagione più positiva di Alberto Colombo. Tutti dietro la lavagna in casa Trapani. Allenatore compreso. 11 contro 10 per più di tre quarti della gara. Con due reti di vantaggio sugli avversari. Bastava fare il “torello” sul limite della propria area per portare a casa i tre punti. Non tutte indovinate le “mosse” di Aronica nella ripresa.

Il Trapani paga con “moneta” pesante i passi falsi nelle gare contro Taranto, Massina, Juventus e Monopoli. Prevedibile una “strigliata” generale che il patron Valerio Antonini distribuirà alla sua truppa. Supponenza, presunzione, poca concentrazione e mentalità non adeguata alla categoria tolgono, al presidente dei granata, la soddisfazione della vetta della classifica.

Il colpaccio del Latina al Cibali-Massimino ridimensiona le ambizioni del Catania. Anche per i rossoazzurri isolani troppi i punti persi per strada. Soprattutto nelle gare casalinghe. Le squadra si fanno con i giocatori non con le “figurine”. Un detto, questo, ricorrente in categoria. Che allo stato ben si coniuga con la rosa dei siciliani. Campionato senza dubbio tutto ancora da giocare, ma per Toscano il percorso, verso la vetta della classifica, sta diventando estremamente difficoltoso. E Catania non è città che ha voglia di attendere e portare pazienza!

Salvemini riporta il sorriso negli spogliatoi del Cerignola. I suoi gol? Ormai una consuetudine tra i gialloblu. In verità una gara scialba per lunghi tratti. Svegliatasi dopo il momentaneo vantaggio di Picerno. Cerignola sotto di un gol si sveglia nei minuti finali.

La bella giocata di Salvemini, a tempo ormai scaduto, trova impreparato il portiere avversario. Non trattiene la sfera che, docile, si adagia oltre la linea di porta. Nei commenti finali controversa dichiarazione di Raffaele. Il tecnico dei gialloblu. Dimentica, evidentemente, del poco gioco espresso dalle due squadre per tre quarti di gara. A latere suscita meraviglia la scarsa partecipazione del pubblico dauno. Un tiepido sostegno alla propria squadra che, non va dimenticato, condivide meritatamente il secondo posto in classifica.

Il Taranto, in superiorità numerica per metà gara, non è andato oltre uno scialbo pareggio nell’incontro casalingo con la Turris. Gli stipendi di luglio ed agosto percepiti dai tesserati, nel corso della settimana, non hanno evidentemente conferito gli stimoli necessari. La classifica rimane asfittica. Il pensiero rivolto ai prossimi punti di penalizzazione (otto in due scaglioni) non offre grandi certezze sulle possibilità di mantenere la categoria. Ricordando che necessità vuole a fine torneo che si arrivi quantomeno penultimi. E con meno di nove punti di distacco dalla quint’ultima. Nel tentativo di giocarsi la salvezza i play out.

Tiepida, purtroppo, anche la reazione del pubblico tarantino. Il ritardato arrivo del denaro. La scarsa trasparenza sulla provenienza di quel bonifico. Il procedere estremamente lento del passaggio di proprietà. L’evento “sventolato” con troppa facilità ai quattro venti. Una lungaggine che nuoce al futuro immediato. Le voci controverse, circolanti sulla solvibilità/sostenibilità dell’acquirente presentato, volutamente, in pompa magna. Americano, inglese o di altra origine? La cortina fumogena volutamente eretta sulla identità di eventuali altri “compagni” di cordata finanziaria. Una infelice uscita del sindaco Melucci.

Tutte componenti che alimentano il “chiacchiericcio” cittadino. Nell’operazione un giorno viene coinvolto il più solido imprenditore del territorio. In quello successivo l’ipotetico acquirente del siderurgico “corteggiato” dal primo cittadino. In attesa che, nel frattempo, si presenti a Taranto un miliardario pakistano. Tutti in qualche modo coinvolti, nella presunzione, all’affido del ristrutturato Iacovone. Dopo i Giochi del Mediterraneo. Sono tutte soltanto voci che al momento rimangono tali.

Tutto però contribuisce a far si che il risultato sportivo passi in secondo piano. Le presenze allo stadio ieri al di sotto di 1.500 spettatori. Ingressi di favore compresi. Ne sono un significativo segnale. Il disinteresse, ormai, si tocca con mano. Sta diventando pericolosamente generale.

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