Una “partenza” ad handicap per le penalizzate Triestina, Foggia, Trapani a breve seguiranno altri deferimenti, Rimini ed ancora Foggia e Triestina. La situazione della Ternana non è affatto rassicurante, solo l’intervento personale dell’ex proprietario, Stefano Bandecchi, potrebbe contenere i danni. Il Siracusa, neo promosso dalla serie D, sta trovando difficoltà di non poco conto sul rilascio delle garanzie fideiussorie che intralciano i movimenti di mercato e non solo
Lega Pro ai nastri di partenza. Ci aspetta l’ennesimo campionato “farlocco”, auguriamoci sia l’ultimo della serie e che, nello svolgersi della stagione in corso si possano gettare le basi (finalmente) per una ristrutturazione fondamentale (indispensabile) della categoria.
Una “partenza” ad handicap per le penalizzate Triestina, Foggia, Trapani a breve seguiranno altri deferimenti, Rimini ed ancora Foggia e Triestina. La situazione della Ternana non è affatto rassicurante, solo l’intervento personale dell’ex proprietario, Stefano Bandecchi, potrebbe contenere i danni. Il Siracusa, neo promosso dalla serie D, sta trovando difficoltà di non poco conto sul rilascio delle garanzie fideiussorie che intralciano i movimenti di mercato e non solo.
Segnali più che espliciti di una categoria ormai in default dove, tra le associate (perché tali sono le società partecipanti alla terza serie), esiste nella maggioranza dei casi una enorme disparità finanziaria, di pubblico e sportiva. Dove si parla a vanvera di salary cap. Dove si trascura ogni giorno di più la soluzione per l’argomento della sostenibilità, la componente imprescindibile e determinante per la sopravvivenza della maggioranza dei club, nel significato più ampio della parola.
Matteo Marani, attuale buon presidente della Lega Pro, non può che essere consapevole della situazione ormai insanabile e, nonostante eventuali interessi personali, dovrebbe favorire il processo di rinnovamento tracciando lui stesso le basi di un percorso, prendendo insegnamento dagli esempi che ci vengono offerti dal calcio degli altri paesi europei, presentandosi quanto prima in Consiglio Federale con un pacchetto di proposte innovative.
Il calcio italiano non è in grado di sostenere, economicamente, il professionismo di 100 Società. Come le tre Leghe alle quali appartengono. Principalmente per forza economica, la pesante incidenza del costo del lavoro, senza trascurare l’aspetto strutturale. Il problema degli stadi obsoleti, per esempio, è sul tavolo, irrisolto, da troppi anni ed anche quello andrebbe affrontato.
L’incidenza del costo del lavoro dicevamo. Gli oneri contributivi e fiscali pesano sempre più sulla gestione gravandola irrimediabilmente. Una evidente disparità, negativa, tra costi e ricavi, palesa l’impossibilità di diversi Club a far fronte con regolarità alle scadenze. Il ricorso a soluzioni estreme (spesso fuori legge) le penalizzazioni e le radiazioni sono diventate una consuetudine pericolosa. Il professionismo di terza serie va alla deriva.
Pur rispettando le ambizioni di tutti, si dice infatti a ragione che si va sempre in campo per vincere, bisogna però prendere coscienza delle proprie disponibilità/forze economiche. I passi più lunghi delle gambe portano sempre a “cadute” rovinose. I recenti esempi di piazze storiche come Lucca, Ferrara , Torre del Greco e Taranto debbono far riflettere. Gli inciampi in avvio di stagione di Trieste, Rimini, la crisi della Ternana, le difficoltà del Siracusa completano l’opera.
Una delle soluzioni, forse la più interessante, quella di due sole Leghe professionistiche. 20 squadre in serie A. 40, suddivise in due gironi, nella serie B. Con una ripartizione più equa delle risorse. La Lega pro, che nel presente sarebbe da commissariare, da cancellare.
Al di sotto tutto gestito dalla Lega Nazionale Dilettanti. Con tanto semiprofessionismo, meritocrazia e contratti di apprendistato con un sensibile risparmio sulla contribuzione e sulla tassazione. L’unica facilitazione economica che il sistema calcio può offrire per ridurre i costi di gestione con una formula interessante sulle valorizzazioni. A tutela dei tesserati e delle Società. Della continuità e della sostenibilità. Identificando tempi e metodi di un percorso da compiere in simbiosi con la Associazione Italiana Calciatori nell’interesse generale del sistema calcio. Prima che tutto vada a rotoli.