mercoledì 4 Dicembre 24

Lega Pro, un campionato mediocre

di Vittorio Galigani

Tutto difficile per il Foggia. Continua il periodo negativo. Rossoneri più che mai impantanati in zona Play out. Nonostante qualche segnale di risveglio. Canonico ha davanti a se una settimana oltremodo delicata

Serie C girone C. Un campionato unico nel suo essere. Improvvisato. Irregolare. Chiacchierato. Certamente mediocre. Un comparto fatto, per grandi linee, da “professionisti” dall’apprendimento improvvisato. Impreparati, diversi “inventati”. Altri manipolatori della comunicazione e figli del social. “Specializzazioni” professionali che partoriscono dei mostri.

Soggetti in molti casi “sorretti” da presidenti. Quelli che si approcciano al sistema con  mezzi carenti. Comunque scarsi. Spesso precari. Quelli per i quali esiste soltanto il risultato. L’applauso delle curve. L’apprezzamento generico della piazza. Irresponsabili, però, di fronte alle necessità imposte dalle norme e dai bilanci. Dalla sostenibilità.

“Partorisce” per quanto sopra il campionato irregolare. Il timore della reazione pubblica (la contestazione) fa occultare le “magagne” (sbagliammo tutti a tacere, per ordine di scuderia, lo scorso anno). Turris e Catania già penalizzate (Ternana e Triestina in altri gironi). Turris e Taranto deferite di nuovo ieri. Rischiano ciascuna altri 4 e sei punti. Chi per una ragione e chi per l’altra. Quella attuale è pertanto una classifica virtuale. E siamo appena ad un terzo della stagione. Cosa potrà mai accadere, di questo passo, tra fine dicembre ed la prima metà di febbraio? Quando vanno obbligatoriamente approvati i bilanci (dicembre) e le scadenze perentorie saranno più pressanti.

Un campionato “chiacchierato” e “mediocre”. Dicevamo. Perché nel calcio non si sa quello che non si fa. Ho avuto la fortuna di lavorare con Carletto Mazzone, Reja, Neno Fascetti, Renzo Ulivieri, Galeone, Castagner, Veneranda, Pasinato, Clagluna. Era veramente un altro calcio. Professionisti, nel vero senso della parola, che sapevano quello che volevano. Conoscevano i calciatori. Ti aiutavano a fare le scelte, la squadra. La loro squadra. Il più delle volte vincente. Rispettavano i ruoli.

Un discorso che in C valeva anche per Papagni. Per Marco Cari. Per Osvaldo Jaconi e per Ivo Iaconi. Erano i tempi in cui si faceva calcio. Senza intromissioni. Non si cercavano e si rifiutavano gli “aiutini”. Gli “zainetti”. Anche quelli “griffati” venivano banditi. E quando se ne presentava qualcuno erano calci al fondo schiena. Oggi il mondo si è deteriorato. Il “fenomeno” è dilagante. E’ divenuto impossibile contenerlo. Qualunque sia il ruolo che si intende recitare. Un insulto alla meritocrazia. Un insulto alla qualità dello spettacolo.

Nel frattempo lo “spezzatino” va avanti. Tra incertezze e delusioni. In una giravolta di situazioni spesso imprevedibili. Accade allora che il Taranto annichilisce/ridimensiona, clamorosamente, le ambizioni del “pitone”. Una improvvisa “incornata” di Battimelli manda in frantumi la rincorsa dell’Avellino. Sconfitto in casa dopo un filotto di sei vittorie consecutive. Biancolino, ieri palesemente a corto di idee, già toccava con mano l’aggancio alla vetta. Deve ora rivedere tutti i suoi programmi.

La “strega” di Gaetano Auteri riprende la sua marcia ed allunga nuovamente sulle inseguitrici. Grazie alla doppietta del 2005 Perlinghieri già a segno 5 volte in stagione. Benevento meritatamente in vetta. Per qualità di espressione nel gioco. Continuità di risultati. Struttura tecnica di prima fascia. Il girone C sembra aver trovato la sua squadra leader.

Il Messina sconfitto brutalmente in casa nel turno precedente, impone il pareggio interno al Catania. Con uno squallido zero a zero. Dagli spalti del Massimino giungono i primi mugugni. I Rossoazzurri siciliani entrano nella primi “crisetta” della stagione. Eppure la Società si era mossa per tempo e nel migliore dei modi. Faggiano e Toscano due “vincenti”. Garanzie di successo in assoluto. Catania, in estate, unanimemente accreditato per la vittoria del campionato. Alla tredicesima la classifica “piange” però un modesto settimo posto a nove punti dalla vetta.

Trapani, in evidente crisi di risultati, si smarrisce nei minuti finali anche a Giugliano. I gol solitari di Lescano non sono sufficienti alla causa. Le troppe disattenzioni difensive fanno scivolare i granata in una anonima posizione di classifica. Ai margini della zona play off. Un organico di prima fascia con un rendimento nettamente al di sotto delle credenziali. Una situazione tecnica che sembrerebbe essere sfuggita al controllo di Aronica. Resta da decidere se per crisi tecnica o per il “coro” stonato di troppi galli nello spogliatoio. Antonini pensaci tu! Nel frattempo Bertotto, in religioso silenzio, conduce il Giugliano a ridosso delle prime! 

I “lamenti” di Raffaele non fanno bene al Cerignola. Soprattutto all’ambiente. Che nessuno può contestare al gialloblu l’ottimo campionato fin qui disputato. Sta soltanto a lui inventarsi qualcosa di più “geniale” per dare la sveglia. Di certo qualche passo falso, inaspettato, non contribuisce ad accendere gli entusiasmi della piazza. Che evidentemente, “assuefatta” ai risultati delle ultime stagioni, punta a qualcosa di più prestigioso. Sovente, in assenza del folklore della curva, il Monterisi si mostra come un bel salotto di casa. Che partecipa attivamente soltanto in occasione di qualche bella giocata di Salvemini e soci.

Da buon ultimo, però solo in ordine di tempo, Enzo Maiuri. Il tecnico in perenne camicia bianca. Anche in pieno inverno. Del resto, a ognuno le sue “scaramanzie”. A una settimana dal suo insediamento, 7 punti in tre partite. Quasi un record. E il sorriso è ritornato al Simonetta Lamberti. Dopo 17 anni (soltanto!) la Cavese ritorna a battere il Foggia. I “Blues” ora a ridosso della zona play off.

Tutto difficile per il Foggia. Continua il periodo negativo. Rossoneri più che mai impantanati in zona Play out. Nonostante qualche segnale di risveglio. Canonico ha davanti a se una settimana oltremodo delicata. Per assumere decisioni determinanti. Nel tentativo, al momento non facile, di “uscire” dalla precarietà che, purtroppo per i rossoneri, non è soltanto di classifica.

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