di Vittorio Galigani
Il “popolo” dei tifosi tarantini è rassegnato. L’attenzione generale è rivolta ad un “fantasioso” passaggio di proprietà. L’ultimo “favoleggia” sull’interesse di un grande gruppo internazionale nel ramo dei fast food. Però sfugge ai più una considerazione. Giove vuole veramente andarsene? Intanto nella casella delle vittorie, si legge il segno zero. Il Taranto è irrimediabilmente compromesso
Lega Pro girone C. Terminata la tre giorni del turno infrasettimanale. Monopoli alla grande. Picerno rivelazione. Trapani maramaldo. Soffre il Catania. Precipitano Crotone e Foggia. Delude l’Avellino. Taranto fuori dai giochi. Monopoli si aggiudica il clou della giornata.
Fortissimo il Benevento. Consapevole il Monopoli. La leggera supremazia nel gioco non premia i giallorossi. Complimenti ad Alberto Colombo per il lavoro svolto. Rigenerato dall’ambiente biancoverde il mister sta cogliendo meritati consensi. I padroni di casa, grazie a un percorso di grande spessore, si godono, in beata solitudine, la vetta della classifica. Tutto oltre le più rosee previsioni anche per Francesco Rossiello. Il migliore riconoscimento alla sua signorilità. Alla sua riservatezza. Al suo impegno.
Foggia esce tra i fischi dello Zaccheria. Brambilla esonerato in diretta. Sostituito in panchina da Capuano nella gara che vedrà i rossoneri impegnati al Partenio. Non ci poteva essere banco di prova migliore. Che il “vate”, sino a poche ore addietro, si “agitava” per tornare ad allenare in Irpinia. I buoni propositi di Nicola Canonico (impegno economico e programmatico), sotto il peso dei risultati negativi, si sono sciolti come neve al sole. La sua decisione, sul cambio della guida tecnica, è condivisibile. Il Foggia, ora relegato in zona play out, naviga a vista. Occorre una inversione di rotta immediata.
Onore al merito per il Giugliano. Bertotto sta mettendo in fila, uno dopo l’altro, gli avversari di turno. Un bottino invidiabile gli 11 punti dopo appena sei gare.
Crotone ridimensionato dal Sorrento. Nella classifica e nelle ambizioni. Ennesimo passo falso casalingo dei pitagorici. Vrenna junior avrà di che rammaricarsi. I dieci gol subiti da una distratta difesa invitano a riflettere. Di questo passo il Crotone dovrà superarsi per raggiungere la programmata zona play off.
I 20 mila del Cibali non sono sufficienti per spingere il Catania alla vittoria. I rossoazzurri, due pari ed una sconfitta in tre partite, continuano a perdere punti preziosi in casa. Cerignola dimostra che la sconfitta subita tra le mura amiche, nell’ultimo turno, è stata frutto di una disattenzione del singolo. Un pareggio, quello colto al Massimino, che fa classifica e morale.
Toscano tocca con mano le difficoltà del torneo. Non sarà una “passeggiata” centrare l’obbiettivo della promozione diretta. L’ennesima dimostrazione che i “soldi” spesi per allestire la squadra, da soli, non fanno risultati. Cerignola, come aveva già fatto Picerno, al Massimino, contrasta con ordine le folate avversarie. Meritati gli 11 punti nella classifica attuale, per la squadra di Raffaele.
La “manita” che il Trapani rifila al Potenza rilancia le ambizioni dei siciliani. Pesano, sulla classifica dei granata, i tre rigori sbagliati (2 in casa, 1 a Taranto). In senso astratto sarebbero stati 6 punti da primi della classe. In eruzione incontenibile il “vulcano” Valerio Antonini. Il presidente (a cui piace recitare da diesse) ha certamente “costruito” una buona squadra. Trapani capace, sino ad ora, di raggranellare più punti in trasferta che sul prato casalingo del Provinciale. Ora per salire nel ristretto novero dei favoriti alla vittoria del campionato, occorre una indispensabile continuità nel gioco e una maggiore solidità difensiva. Necessario un “ritocchino”, a completamento del reparto difensivo.
Picerno conferma il suo buon momento. Impatta con i giovanottini della Juve. Lucani autentica rivelazione si “accomodano” in seconda posizione. Emanuele Esposito e compagni non sono più soltanto una rivelazione. Fanno della serenità la loro forza maggiore.
Altamura paga gli errori dei propri attaccanti. Incapaci, anche a porta sguarnita, di depositare in rete il pallone. Utile in ogni caso questa mini striscia positiva. In due punti, nella zona calda, sono racchiuse 8 squadre. Muovere la classifica deve essere un imperativo. Certamente non giova alla neo promossa giocare a Bari. Al di la dei costi eccessivi per usufruire del San Nicola. La “voce” calda del tifo biancorosso si disperde negli ampi spazi di quei gradoni semideserti. Indispensabile tornare quanto prima a calcare il prato del rinnovato Tonino d’Angelo.
Fa sensazione la precaria situazione dell’Avellino. Il presidente D’Agostino ha “smontato” di sana pianta l’apparato tecnico/sportivo. Deluso per l’incerto incedere della squadra. Amareggiato perché sono macroscopici gli errori commessi in sede di mercato. Il notevole via vai di calciatori in entrata/uscita non ha dato i risultati sperati. Il tutto nonostante corposi investimenti.
Il rendimenti dei singoli è notevolmente al di sotto delle aspettative. Su tutti sta deludendo Redan. Solo sulla carta un talento. Nella realtà dimostra di aver smarrito le qualità del “puntero” di razza. I dieci gol realizzati nella scorsa stagione rimangono solo uno “sbiadito” ricordo.
D’Agostino afferma di essersi imposto un periodo di riflessione. Dice che non è più possibile sbagliare nella scelta delle risorse umane. Squadra affidata, ad iterim, a Raffaele Biancolino. Sul campo della mediocre Turris i soliti errori sotto misura, in area avversaria. Precaria condizione fisica generale. Con una sensazione, diffusa, che il gruppo non sia coeso. Come se si pensasse a se stessi più che all’amalgama nello spogliatoio. Fatto sta che dopo sei giornate la classifica piange. Manca ancora la vittoria. Quattro pareggi e due sconfitte tengono i biancoverdi in zona play out. La contestazione, aspra, coinvolge anche la Società. Il momento è delicato. Obbligatorio rimboccarsi le maniche e concentrarsi sul come uscire dal pantano della bassa classifica.
Taranto irrimediabilmente fuori dai giochi. La casella delle vittorie ancora con il segno zero. Come il voto da assegnare alla squadra ed al suo allenatore. Per il non gioco espresso. Per la personalità precaria. Per la scarsa empatia con l’ambiente.
I dissidi con Capuano, per quanto comunicato, avevano avuto origine anche dal mancato utilizzo dei giovani. Ritenendo, a ragione, che il ricorso al “minutaggio” fosse indispensabile per le casse societarie. Una rosa “smontata” dal fuggi, fuggi generale. “Ricostruita” con pochissime conferme e con il tesseramento di una pletora di under inutili che Gautieri, bontà sua, ha bocciato al primo impatto. Il “minutaggio” è andato a farsi benedire. Traspare che la panchina sia una “imposizione” più che un gruppo di “sostegno” tecnico. Dov’è quindi l’errore?
Gautieri dichiara di essere ancora alla ricerca della condizione fisica migliore. Del gioco. Della identità di squadra. Intanto il Taranto prende “sberle” in ogni dove. Difesa colabrodo. Attacco anemico. A Caserta ha rimediato l’ennesima pessima figura. Un gruppo “dignitoso”, per quanto dichiarato da Lucchesi, che dignitoso non è. Lo Iacovone è diventato terra di conquista. Il modulo, sino ad ora mostrato, è quello del tutti dietro la linea del pallone.
Il “popolo” dei tifosi tarantini è rassegnato. L’attenzione generale è rivolta ad un “fantasioso” passaggio di proprietà. L’ultimo “favoleggia” sull’interesse di un grande gruppo internazionale nel ramo dei fast food. Però sfugge ai più una considerazione. Giove vuole veramente andarsene? Intanto nella casella delle vittorie, si legge il segno zero. Il Taranto è irrimediabilmente compromesso.