di Vittorio Galigani
La categoria di Eccellenza regionale, adempiuto a determinate prescrizioni, potrà pertanto essere consentita soltanto alla città di Taranto. Giove, per tutta una serie di motivi, peraltro elencati, non è proponibile. Lo recitano le norme federali
Tre indizi fanno una prova. A Massimo Giove piace ripetersi nelle “gaffe”. Madornale quella della lettera spedita lo scorso 13 giugno, alle Istituzioni del calcio, nella quale Taranto F.C. 1927 srl chiedeva di essere iscritto al campionato di Eccellenza regionale nella stagione 2025/26.
Quella lettera, peraltro firmata da soggetto sul quale pende una squalifica di quasi tre anni e che pertanto non può rappresentare la Società dinanzi alla Federcalcio, non ha contenuti regolamentari.
Contenuti che, in ogni caso, hanno agitato la “piazza” e le menti, anche quelle dei “dilettanti” della comunicazione. Nessuno, neppure Massimo Giove, ha però inteso documentarsi ed approfondire prima di esporsi. Quello (Giove) perché ormai abituato alle “figuracce”. Basta pensare a quei crediti d’imposta, inesistenti, con il quale si è inutilmente tentato di regolarizzare i modelli f24, riferentesi ai mesi dei settembre ed ottobre 2025, che sono costati l’esclusione dai ranghi. Gli altri (i dilettanti della comunicazione) perché cercano di esercitare una professione che ai più non compete.
Nei mesi scorsi si è tanto dileggiato sulle modifiche apportate all’articolo 52 comma dieci della Carte Federali. Che sono di una trasparenza disarmante. Riportiamo qui di seguito il testo integrale:
“omissis…”
10. In caso di non ammissione al campionato di Serie A, Serie B e di Serie C il Presidente Federale, d’intesa con il Presidente della LND, previo parere della Commissione all’uopo istituita, potrà consentire alla città della società non ammessa di partecipare con una propria società ad un Campionato della LND, di almeno due categorie inferiori rispetto a quello professionistico di origine, anche in soprannumero, purché la stessa società:
a) adempia alle prescrizioni previste dal singolo Comitato per l’iscrizione al Campionato;
b) non abbia soci e/o amministratori che abbiano ricoperto, negli ultimi 5 anni, il ruolo di socio, di amministratore e/o di dirigente con poteri di rappresentanza nell’ambito federale, in società destinatarie di provvedimenti di esclusione dal campionato di competenza o di revoca dell’affiliazione dalla FIGC. Qualora fosse consentita la partecipazione al Campionato Interregionale o al Campionato Regionale di Eccellenza, la società dovrà versare un contributo alla FIGC nel primo caso non inferiore ad euro 300.000,00 e nel secondo caso non inferiore ad euro 100.000,00.
E’ facoltà del Presidente, d’intesa con i Vice Presidenti della FIGC, con il Presidente della Lega Dilettanti e con i Presidenti delle componenti tecniche stabilire un contributo superiore al predetto minimo. La Commissione, nominata dal Presidente Federale, è formata da tre componenti, di cui due designati dal Presidente Federale e uno dalla LND. La Commissione resta in carica per un quadriennio olimpico.”
Alla città quindi. La categoria di Eccellenza regionale, adempiuto a determinate prescrizioni, potrà pertanto essere consentita soltanto alla città di Taranto. Giove, per tutta una serie di motivi, peraltro elencati, non è proponibile. Lo recitano, come sopra, le norme federali.
F.C. Taranto 1927 srl il 7 marzo 2025 è stato estromesso, dal Tribunale Federale Nazionale, da qualsiasi categoria, ma è ancora in possesso di numero di matricola. Una volta saldate tutte le pendenze, riferentesi al debito sportivo in atto, potrebbe soltanto chiedere l’iscrizione da un campionato, ma ripartendo dal basso. Anche il questo caso, le norme sono di una trasparenza esemplare.
Giove e chi per lui, evidentemente disinformati, hanno alzato un polverone che si è dileguato nel volgere di poche ore.
Ora l’argomento si pone sotto diottrie diverse. Esiste realmente qualche soggetto, fisico o giuridico, realmente interessato alle vicende del calcio tarantino? Le notizie che trapelano dalla sede del Comitato Regionale della Lega Nazionale Dilettanti escluderebbero tale ipotesi. Nei mesi scorsi, soltanto qualche telefonata, toccata e fuga, a titolo puramente informativo.
Sul territorio soltanto tante chiacchiere. La città non esprime una compagine qualificata. La concomitanza con i Giochi del Mediterraneo, la costruzione di nuove strutture e la ristrutturazione di altre non hanno “incendiato” gli entusiasmi di ipotetici investitori. Sul calcio pesa anche il fatto che, per l’indisponibilità dello Iacovone, il nuovo Taranto, qualunque esso sia, dovrà eventualmente giocare il prossimo campionato (di Eccellenza) ospite in una struttura (non ancora identificata) della provincia.
Poi, per riportare i colori rossoblu tra i professionisti, occorrono investimenti milionari ed un piano industriale, garantito, quantomeno quinquennale. Considerando che vincere i campionati, in qualsiasi categoria, non è mai facile. Anche la crisi del siderurgico e la conseguente esiguità della provvista circolante, influiscono negativamente. I costi per l’utilizzo e/o la gestione del nuovo Iacovone, al momento non quantificabili, impediscono a chiunque anche la previsione finanziaria futura.
Tutte situazioni di criticità con dei dubbi che iniziano a serpeggiare in città e che evidenziano l’attuale disinteresse generale. Un segnale di debolezza che lascia spazio a delle incertezze sul futuro immediato del calcio tarantino. Per aprire a un nuovo, migliore corso, saranno decisivi i prossimi trenta giorni. Occorrono solvibilità e sostenibilità certe e rinnovate. Se quel pallone non dovesse riprende a rotolare, sarebbe la sconfitta della città intera.