di Vittorio Galigani
La verità? Giove il Taranto se lo vuole tenere stretto, illudendosi su futuri tempi migliori. Il progetto attuale è quello di una “retrocessione” programmata. Un risultato che deve soltanto essere ufficializzato. Poi, per la serie D del prossimo anno, si vedrà. Dove, come e quando. In attesa, dopo i Giochi del Mediterraneo della (ri)consegna dello Iacovone ristrutturato
Lo scontro delle opinioni, sul Taranto del presente, è un “esercizio” inutile. E’ il susseguirsi di eventi improbabili. La dimostrazione che quello dei rossoblu è diventato un campionato “virtuale”. I punti di penalizzazione potrebbero addirittura superare quelli acquisiti sul campo.
Le “battaglie” di chi non si vuole arrendere, di fronte alla realtà, non hanno senso di esistere. In riva allo Ionio si parla ormai di un calcio scomparso, con una verità incontrovertibile. Massimo Giove non vuole il fallimento giuridico di Taranto F.C. 1927 srl. A tal proposito sta compiendo “esercizi” quotidiani di equilibrismo circense. Ma non “godendo” delle indispensabili doti economiche, per superare tutti gli ostacoli, si espone, quotidianamente, a pessime figure.
La fuga di notizie è incontrollabile, continua. Dissacrante, spesso umiliante. L’attività quotidiana è sottoposta a una critica spesso insostenibile.
Giove viene male assistito da presunti “consiglieri”. Mistificatori di ruoli e di capacità professionali. Capita così che, dopo la ricerca con il “lanternino” (alla maniera di Diogene), di un tecnico qualificato si presenti allo Iacovone, per allenare la squadra, tal Emiliano Ferrari. Il soggetto risulta però sprovvisto della licenza Uefa A. Indispensabile per la categoria. Viene quindi “bocciato” Lo assiste tale Vito Antonio Zaza che il “patentino” ce l’ha, ma risulta essere già tesserato con il Moncalieri Calcio, in Piemonte. Constatata la negligenza, ma soprattutto per evitare l’eventuale sconfitta a tavolino, nella prossima gara, si ufficializza l’assunzione di un altro tecnico, Giuseppe Pino Murgia. Che la licenza Uefa A la possiede, ma la categoria non l’ha mai nemmeno annusata. Un gesto che sa più di copertura normativa che di una scelta tecnica oculata. Una figuraccia che nemmeno il Borgorosso Football Club. Quello dell’ Albertone, nazionale, presidente.
Ma quello di Ferrari, Zaza e Murgia rappresenta soltanto l’ultimo degli errori di un percorso costellato di attività “farlocche”, collezionate nel recente passato. Perché lo “slalom gigante” che si deve affrontare ha del quotidiano. Un esercizio che ha dell’impossibile. Per evitare di incocciare, prima o poi, contro qualche porta sbarrata, a causa dell’accumulo di una massa passiva ”importante” che ha portato il Club di fronte a un “tritacarne” economico/finanziario di improbabile superamento.
Giove si trincera dietro un vorrei, ma non riesco. Riferito alla cessione delle quote di maggioranza della Società. Sono anni, infatti, che “gioca” contemporaneamente su più tavoli. Dando però picche a tutti, adducendo motivazioni, alle volte anche concrete, sulla reale forza economica degli ipotetici acquirenti.
La ragion di stato “impone” l’abbandono. Si contrappone però al “desiderio” smodato di continuare contro tutto e contro tutti. Avvicendando le persone al suo fianco ed avvalendosi ora dell’uno ora dell’altro a seconda del contributo che ognuno può offrire. Senza andare molto per il sottile sulla qualità. Per questo Giove non è più credibile/presentabile alla piazza. E con lui tutti coloro che lo seguono.
La verità? Giove il Taranto se lo vuole tenere stretto, illudendosi su futuri tempi migliori. Il progetto attuale è quello di una “retrocessione” programmata. Un risultato che deve soltanto essere ufficializzato. Poi, per la serie D del prossimo anno, si vedrà. Dove, come e quando. In attesa, dopo i Giochi del Mediterraneo della (ri)consegna dello Iacovone ristrutturato.
Giove rincorre, con affanno, i pagamenti. Sta facendo di tutto per evitare il fallimento ed il pericolo della radiazione. Il fragile Campbell (suo ultimo interlocutore ufficiale) è sul banco degli “imputati”. Doveva pagare e non lo ha fatto. Per tutti è il responsabile della pioggia di penalizzazioni (non sono ancora terminate) che gravano, irreparabilmente, sulla classifica dei rossoblu. Continuare con il “ritornello” di una trattativa intramontabile è deprimente. Divulgare, sottobanco, notizie di “comodo” offende l’intelligenza.
Le nomine, rese pubbliche nell’ultima ora e le conseguenti dichiarazioni di facciata, lasciano il tempo che trovano. Parlare ancora di salvezza, una presa in giro per i tifosi, per la città intera. Perché il Taranto che si presenta in campo si consegna sempre all’avversario, incapace di contrastarlo. Il resto lo fa i blocco della campagna trasferimenti. Chi ha fatto richiesta di messa in mora ha già preparato i bagagli per andarsene. Le voci su chi fa la formazione e su chi decide le sostituzioni “offendono” i ragazzi che indossano la maglia. Che sono i meno responsabili di questo “sfascio”.
Ci vuole dignità. Da parte di tutti. No appiattirsi nel ridicolo difendere l’indifendibile.