mercoledì 4 Dicembre 24

“Prima”: l’innovativo chip per restituire la vista

di Francesca Leoci

La ricerca scientifica offre nuove speranze ai non vedenti grazie a un innovativo chip impiantabile, che permette di catturare le immagini e trasformarle in segnali luminosi proiettati sul dispositivo. I risultati preliminari dei test clinici sono promettenti, suggerendo un significativo miglioramento della qualità della vita per i pazienti

Anche i gesti più semplici acquisiscono un valore essenziale per coloro che li avevano persi. È una realtà dolorosa per i non vedenti, costretti a modificare radicalmente il modo di vivere a causa della perdita di uno dei cinque sensi fondamentali che molti di noi danno per scontati.

Fortunatamente, la ricerca scientifica offre una nuova speranza a coloro che in passato credevano di dover convivere per sempre con la cecità. Dopo la retina artificiale liquida messa a punto dall’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, tra gli ultimi sviluppi nel campo dell’oftalmologia riportati da FuturoProssimo, si distingue il progetto “Prima” introdotto dalla Science Corporation.

Si tratta di un chip di soli 2 millimetri che permette ai non vedenti di riacquistare abilità preziose quali leggere e riconoscere i volti delle persone care, oltre a permettere loro di partecipare a attività quotidiane come una partita a carte con gli amici. Queste le libertà che stanno riscoprendo i pazienti che hanno ricevuto l’impianto, sottoposti a test clinici nella loro fase preliminare. I risultati ottenuti fino ad ora, sono estremamente promettenti.

Ma come funziona nel dettaglio questo dispositivo?

Parliamo di un innovativo dispositivo impiantabile è progettato per essere collocato chirurgicamente sotto la retina, con un intervento che dura circa 80 minuti. Una volta posizionato, il chip si collega a un paio di occhiali speciali equipaggiati con telecamere.

Queste hanno il compito di catturare le immagini dell’ambiente circostante e di convertirle in modelli di luce infrarossa, che vengono a loro volta proiettati sul chip dotato di 378 pixel fotosensibili, e che crea un display microscopico direttamente all’interno dell’occhio. Grazie a questa tecnologia, i pazienti possono sperimentare una forma di vista artificiale che consente loro di recuperare una parte significativa della visione centrale, migliorando notevolmente la qualità della vita.

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